Napoli e l’Armenia, unite nel nome di San Gregorio

Un nuovo asse tra Napoli e l’Armenia nasce in nome della fede cristiana. Sabato 11 aprile, presso la chiesa di San Gregorio Armeno nel centro storico di Napoli, nella strada “capitale” dell’arte presepiale partenopea, si è assistito alla traslazione delle spoglie del santo, detto l'”Illuminatore”, collocate in una cappella laterale dello splendido tempio seicentesco, affidato alla cura delle Suore Crocifisse Adoratrici della Croce.Il teschio di San Gregorio, già presente nel complesso conventuale, è stato riposto in un luogo più visibile e accessibile ai fedeli. Per l’occasione era presente una vasta delegazione di cittadini e rappresentanti delle istituzioni armene, a cominciare dal Presidente della Repubblica Serzh Sargsyan, gli ambasciatori armeni in Italia e presso la Santa Sede, il Catholicos della Grande Casa di Cilicia, il Patriarca Armeno Cattolico Karekin II e alcuni vescovi dello Stato euroasiatico. Ad accogliere le autorità, il Cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, insieme alle massime istituzioni civili e religiose della città, in primis il sindaco Luigi De Magistris, il Prefetto Gerarda Pantalone, il Questore Guido Marino e il Comandante Provinciale dei Carabinieri Antonio De Vita.E’ stato un giorno di festa e preghiera, che ha unito Napoli e l’Armenia, Oriente e Occidente, in piena comunione e spiritualità cristiana, grazie alla figura di San Gregorio, l’apostolo degli Armeni, incarcerato e torturato, che riuscì a convertire il re grazie alla sua santità di vita. Le spoglie del santo furono portate a Napoli nel 700 dalle monache in fuga da Costantinopoli, per evitarne la profanazione.San Gregorio è divenuto poi parte della cultura e della fede di Napoli, costituendo un motivo d’orgoglio per tutta la popolazione armena, oggi per questo particolarmente legata alla nostra città.Il rito officiato, seppur in forma privata, ha visto la partecipazione di tanti fedeli: ampio spazio si è lasciato alla liturgia orientale, di tradizione bizantina, con canti e preghiere in lingua armena. Il Cardinale Sepe ha accolto i presenti, ringraziandoli per questa grande opportunità data alla città, per il contributo dato alla restaurazione del chiostro e ha ricordato la figura del santo, fondatore della Chiesa apostolica di Armenia. “Benvenuti a Napoli, questa è la vostra casa”, sono le parole pronunciate agli ospiti stranieri dal Cardinale in lingua armena, per mostrare la vicinanza e l’affetto che lega Napoli e i napoletani al loro popolo e alla loro terra.L’evento è stato realizzato in occasione del centesimo anniversario del genocidio degli Armeni, la “strage dimenticata”, di cui si è voluto fare memoria realizzando una stele commemorativa, collocata all’ingresso della chiesa di San Gregorio e resa visibile al pubblico per la prima volta proprio in questa occasione. Un canto struggente e un’intensa preghiera hanno accompagnato il momento della benedizione del khatchkar commemorativo, avvolto da una grande bandiera armena, memoria storica di un crimine contro l’umanità, divenuto simbolo di una rinnovata amicizia tra popoli.

 
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