Nella scuola il futuro

Lettera aperta dell’Arcivescovo di Napoli a studenti e docenti

Bentornati a scuola, cari giovani. Per voi un nuovo anno scolastico, un tempo della vita senz’altro fondante per ciascuno e per il contesto sociale nel quale si è inseriti. Quanta gioia nel ritorno a scuola, dopo la pausa estiva; un sentimento che state vivendo proprio in questi primi giorni e che prende il sopravvento sul significato profondo del rimettersi sui libri.
Prevalgono, infatti, la curiosità e l’entusiasmo del ritrovarsi con i compagni, vecchi e nuovi, e con gli insegnanti. Un errore, una colpa? Per niente! È giusto, è naturale che sia così, anzi tutto è connaturale con la freschezza dei vostri anni, con il senso di novità che l’evento suscita, con l’ansia dell’incontro. Si tratta di una emozione, ineguagliabile, che connota una stagione, particolare e irripetibile, della storia umana di una persona.
Ma il ritorno a scuola sarebbe destinato a finire nell’album dei ricordi e a risultare una esperienza da archiviare abbastanza velocemente, anche perché considerata minimale rispetto ai successivi avvenimenti che declinano la vita di un uomo, se non riflettessimo, in misura giusta, sulla sua importanza e sul suo valore sociale, per cui diventano prioritari ed essenziali i comportamenti, il senso del dovere, l’etica della responsabilità di ognuno.
Sì, perché un nuovo anno scolastico può voler dire, per tutti, un altro passo in avanti sulla strada della crescita e del cambiamento. Un percorso virtuale? No! È un processo reale e inarrestabile. Ma dipende da noi. Dipende da voi, cari studenti. A voi la società, attraverso la scuola, dà la possibilità di essere artefici e protagonisti del futuro, quello personale ed anche quello della intera comunità.
Un futuro che non possiamo rinviare a poi, come ho sottolineato in più circostanze, ma che è già in nuce oggi, è già presente perché esso sarà esattamente quello che sapremo costruire, mattone su mattone, partendo da ora e, per quanto vi riguarda, partendo da questi anni trascorsi a scuola, dallo studio che non deve essere fatica, sacrificio, sofferenza, ma deve essere visto e diventare un vero e proprio investimento.
Domani, cioè, sarete, e attraverso voi la società sarà, ciò che voi o meglio anche voi, con il vostro comportamento e il vostro senso di responsabilità, avrete saputo preparare e realizzare.
Niente nozionismo, dunque, ma formazione integrale, ricerca e gusto del sapere, apertura al nuovo e, quindi, cultura vera, quella che vi rende assolutamente liberi, non vi fa dipendere da niente e da nessuno, vi mette al riparo e vi difende dai falsi idoli e da modelli sbagliati, vi fa rifiutare il facile guadagno e vi tiene lontani dalla strada della perversione, dell’illegalità e della corruzione, della prepotenza e della camorra, vero cancro della nostra società.
In questo, ne sono certo, non sarete soli, perché fondamentale è il ruolo dei vostri docenti che, per l’esperienza e la conoscenza che ho fatto in questi sei anni, sono eccellenti ed eccezionali, sono profondamente appassionati della loro professione e missione, sono resistenti ad ogni disagio organizzativo e logistico, sono spesso mortificati nelle loro legittime aspettative, sono inadeguatamente compensati per quello che fanno e sanno dare, con generosità, serietà e bravura.
Sono con voi, cari docenti e dirigenti scolastici, a condividere le vostre amarezze ed anche le vostre attese di un giusto riconoscimento del delicato lavoro svolto quotidianamente, in condizioni e in realtà territoriali talvolta veramente difficili. Sto dalla vostra parte perché so che non cederete dinanzi a mortificazioni, incomprensioni e difficoltà.
Per i vostri allievi sappiate essere – e lo siete per vocazione e missione – maestri di vita, aiutandoli a crescere nel sapere e, soprattutto, a diventare uomini sani e completi. Interagite con la famiglia, struttura preziosissima nel processo formativo e, se lo ritenete, con la Chiesa, attraverso le Parrocchie e l’apposito settore della Diocesi.
Sinergicamente sapremo affrontare la sfida educativa attraverso l’azione integrata delle tre grandi istituzioni – Scuola, Famiglia e Chiesa – che sanno rapportarsi ai giovani con amore sincero e dedizione piena.

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