Non dimentico di essere stato uno di voi

In questo momento, come potete immaginare, provo un senso di grande confusione, non avendo mai pensato di concludere il mio lungo ministero sacerdotale da Vescovo.
Tutto questo, in verità, fino ad alcuni mesi orsono, fino a quando non sono circolate voci, sempre più insistenti, di una mia possibile designazione.
Il mio grande sgomento nasce dalla consapevolezza dei miei tanti limiti: io davvero mi sento piccolo ed inadeguato ad un tale compito.
Mi conforta, però, il pensiero che il Signore nella Storia della Salvezza ha scelto costantemente persone piccole ed inadeguate per le sue grandi opere!
Oggi, fra tanti sacerdoti più bravi e più preparati di me, ha scelto me, che – lo dico in coscienza – non mi sono per niente adoperato per tale designazione con appoggi umani. Evidentemente devo leggere questa nomina in una dimensione di fede ed accogliere con gioia la volontà di Dio, sperando che la grazia dell’ordinazione episcopale ed il mio intensificato impegno colmino le mie deficienze.
Frattanto ho il dovere di porgere alcuni ringraziamenti.
Ringrazio innanzitutto il Signore, che con questa nuova chiamata mi offre un’altra possibilità per migliorare e per tendere davvero alla santità.
Ringrazio il Santo Padre, Papa Francesco, che ha avuto fiducia in me, notando forse delle qualità, che io non riesco a vedere lucidamente.
Ringrazio il Cardinale Arcivescovo, che mi ha proposto e che si è adoperato perché la designazione andasse a buon fine. A Sua Eminenza assicuro la mia piena, leale, scrupolosa ed intelligente collaborazione.
Anche a Mons. Lucio Lemmo prometto sincera collaborazione; certamente don Lucio dovrà, all’inizio, avere un po’ di pazienza con me, che sono inesperto in cose di Curia, ma cercherò di fare un corso accelerato, recuperando gli anni perduti!
A voi, carissimi confratelli ed amici laici, chiedo comprensione ed affetto. Sono convinto che ogni persona dà il meglio di se stessa se si sente accolta e stimata: a voi chiedo umilmente di darmi un credito di fiducia e di affetto.
Pur diventando Vescovo e cercando di svolgere con scrupolo i miei nuovi compiti, non posso dimenticare di essere stato uno di voi e di aver svolto per ben 44 lunghi anni il ministero di parroco!
Come è facile immaginare, mi porto addosso tutto l’odore delle pecore, che certamente non intendo rinnegare con l’Ordinazione Episcopale, ma che costituirà il mio più prezioso bagaglio per rendere, con la guida del Cardinale Arcivescovo, più bella e santa la nostra Chiesa di Napoli.

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