«Oggi mi sento ancora più napoletano». Lo ha detto con orgoglio e commozione il cardinale Crescenzio Sepe che il 15 giugno ha ricevuto a Palazzo san Giacomo la cittadinanza onoraria. A stabilirlo una delibera di giunta, con la quale il sindaco Luigi de Magistris ha conferito al presule lo status di napoletano.
«Sono onorato e orgoglioso – ha commentato il cardinale Sepe – Napoli è una città da amare e rispettare, a dispetto delle tante offese e dei tradimenti subiti, delle tante violenze consumate ai suoi danni».
Essere cittadini di Napoli, ha spiegato, significa «essere parte della sua storia», nella quale «si entra da una sola porta: quella dell’umiltà». Tante le personalità presenti alla cerimonia tra cui il prefetto, il questore, il presidente del Consiglio comunale Pasquino, l’assessore regionale Miraglia, il presidente della Provincia Cesaro, i vertici delle Forze dell’Ordine, della Magi – stratura e del mondo ecclesiale.
La decisione di conferire a Sepe la cittadinanza onoraria, ha sottolineato de Magistris, “è nata per lanciare il messaggio di una unità sempre più forte tra mondo laico e religioso, come riconoscimento di “quello che le parrocchie fanno sul territorio, ascoltando la gente e del ruolo fondamentale che ha svolto a Napoli la chiesa e il cardinale Sepe».
Ho particolarmente apprezzato – ha aggiunto il sindaco – l’incontro dei diversi esponenti delle religioni che il cardinale ha promosso a Piazza dante per il Giubileo, ne ho parlato con il presidente Caldoro per ripetere e rendere ancora più significativo questo incontro. Nel corso del suo intervento il porporato ha sottolineato di apprezzare lo sforzo di cambiamento che la nuo aamministrazione sta portando avanti pur nella convinzione che «Bisogna insistere e fare di più».
In particolare il cardinale ha insistito sul dramma del lavoro: “Napoli porta i segni dello sconvolgimento sociale causato dalla crisi e dal collasso del mondo del lavoro, bisogna fare di più, per evitare pericolose conseguenze che si possono generare creando una situazione che potrebbe prima o poi esplodere. Un appello che il sindaco ha condiviso: «Senza il Sud non si cresce. Abbiamo la speranza – ha concluso – che Roma si accorga che Napoli è una delle città più importanti del mondo e merita un’attenzione particolare».
Nel suo intervento l’arcivescovo è tornato ancora una volta sul tema della violenza camorristica, che ha definito: drappo nero che sventola su rovine e sconfitte.
«Napoli è da lungo tempo bersaglio di molti oltraggi – ha affermato – il più grave dei quali è la criminalità organizzata, tormento vivo nelle sue carni.
Contro questo bubbone cancerogeno non ci stancheremo mai di lottare – ha sottolineato – con tutti gli uomini e le donne di buona volontà, con i quali vogliano issare le bandiere della nuova speranza di Napoli».