Esodo 23,20-23; Mt 18,1-5.10
Eccellenze, care sorelle e cari fratelli,
per me è un privilegio particolare poter celebrare questa santa liturgia eucaristica insieme a voi tutti, qui nella cattedrale dellImmacolata Concezione a Mosca. Desidero ringraziare vivamente il vostro arcivescovo, mons. Paolo Pezzi, per linvito che mi ha voluto estendere e per la sua amabile ospitalità. Sono venuto nella vostra città insieme a Mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia, e a una delegazione in rappresentanza della Chiesa di Napoli e dItalia, su invito di Sua Santità Aleksij II, patriarca di Mosca e di tutte le Russie. Nel nostro pellegrinaggio lincontro con la comunità cattolica di questa città è una gioia particolare che voglio condividere con tutti voi, trasmettendovi il saluto dei fedeli, dei preti, dei religiosi e delle religiose di Napoli. Grazie di cuore di essere numerosi a questa celebrazione.
Desidero ringraziare per la sua presenza il Nunzio apostolico, Mons. Antonello Mennini, che accompagna la nostra permanenza a Mosca con una premurosa attenzione.
Celebriamo oggi con tutta la nostra Chiesa la festa dei Santi Angeli Custodi. Questa festa ci richiama una presenza spesso trascurata e dimenticata nel mondo di oggi, abituato a considerare vere e reali solo le cose che si toccano con mano. La nostra società è dominata dal materialismo e dallattaccamento a una realtà che ci accorgiamo di non riuscire a dominare del tutto, che ci sfugge, perché è più grande e più profonda di noi.
Questa festa liturgica ci rimanda alla realtà del cielo, del luogo di Dio, della vita con Dio. La Parola di Dio e la liturgia della Chiesa ci riportano perciò alla verità di noi stessi: uomini deboli e piccoli, che hanno bisogno della presenza e della protezione di Dio, che ci parla e si avvicina a noi. Gli angeli sono già nellAntico Testamento il segno di questa presenza: Dio si preoccupa di noi, si prende cura delle sue creature. Egli non persegue i suoi interessi, non difende la sua posizione di distanza e di diversità dagli uomini; al contrario si umilia fino ad abbassarsi a noi, tanto da divenire uomo nel Figlio suo, Gesù Cristo.
Il brano del libro dellEsodo che abbiamo ascoltato si colloca allinterno del grande avvenimento della rivelazione di Dio al suo popolo Israele sul monte Sinai, il luogo della legge e dellalleanza. Dio appare lontano, tanto che solo Mosè può salire sul monte, ma non il popolo. Eppure egli non lascia solo Israele nel cammino difficile che lo attende: “Ecco io mando un angelo davanti a te per custodirti nel cammino e per farti entrare nel luogo che io ho preparato”. Langelo parla, è un messaggero, custodisce luomo, lo protegge dal male. Il Signore sa che la nostra vita è difficile, cari amici, costellata di paure, di incertezze, di dubbi. Egli conosce la forza del male e la fatica del vivere, ma non si rassegna, non smette di parlare e di accompagnare ognuno di noi con pazienza amorevole. Per questo la Parola di Dio ci esorta: “Abbi rispetto della sua presenza, ascolta la sua voce e non ribellarti a lui
”.
Care sorelle e cari fratelli,
nel nostro mondo sembra essere diventato difficile vivere rispettando gli altri, soprattutto i più deboli. Talvolta sembra che larroganza, la ricerca del proprio interesse e il disprezzo, o anche solo la fretta, si siano impadroniti dei cuori, dei pensieri e delle parole, della gente. Langelo di Dio ci ricorda che il rispetto dellaltro è la conseguenza del rispetto del Signore presente in mezzo a noi.
Voi vivete in un paese che ha esperimentato con tanto dolore il disprezzo di Dio e larroganza di un potere che ha cercato di eliminarne persino le tracce della sua presenza. Penso alle chiese e ai monasteri distrutti, ai tanti religiosi, ai sacerdoti e ai laici uccisi per la loro fede. I cattolici hanno sofferto per tanti lunghi anni. Il loro dolore non va dimenticato ed è per noi uneredità di grande rilievo.
Quanta sofferenza e disumanità porta il disprezzo di Dio e delluomo, creato a sua immagine! Oggi tutti ringraziamo il Signore perché vivete in un paese nel quale la fede cristiana ha riacquistato la sua libertà. In questa nuova situazione dobbiamo vivere la nostra fede. Nonostante la migliore condizione dei cristiani oggi, ci possiamo allontanare dal Signore: invece di ascoltare la sua voce e accogliere la sua presenza, possiamo essere tentati dallascoltare noi stessi.
Ma non abbiamo paura! Non siamo soli! Langelo di Dio ci fa riconoscere la voce di Dio in mezzo al rumore della vita, ci aiuta a non lasciare che essa si perda tra le voci e i pensieri che affollano le nostre giornate e ci impediscono di ascoltare. Se facciamo silenzio, se siamo umili, ci accorgiamo che cè un angelo accanto ad ognuno di noi: una presenza buona ed amorevole!
E un modo di vivere ben diverso dallarroganza di chi vuole imporre se stesso e si fa giudice degli altri. Chi è infatti il più grande? Il Signore chiede ad ognuno di noi di essere grande e di vivere alla grande, non accontentandosi di una vita mediocre. Mai accontentarsi di essere mediocri nellamore! Anche noi desideriamo essere grandi. È legittima la domanda rivolta dai discepoli a Gesù: “Chi dunque è il più grande nel Regno dei cieli?”. La risposta ci stupisce, perché non corrisponde a quanto ci aspetteremmo.
Gesù vuole mostrare fisicamente quanto egli sta per dire: prese un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: “In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli”.
La grandezza del cristiano comincia dalla conversione: il cambiamento consiste nel diventare bambini come condizione per entrare nel regno, partecipare alla vita piena con il Signore, a cui tutti siamo chiamati e che gli angeli ci indicano. Ecco lunica nostra grandezza, fratelli e sorelle. Non grandi perché arroganti e sprezzanti; non grandi perché uomini e donne di successo; non grandi perché ricchi e vincenti, ma grandi perché piccoli e umili come bambini. Giovanni Crisostomo parla della condizione del cristiano come “essere semplici con intelligenza”. Siamo piccoli di fronte al Signore!
Ma, allo stesso tempo, siamo grandi nellaccogliere i piccoli. Questa è vera grandezza! Siamo grandi nellaccogliere i piccoli: cioè generosi. Ci sono tanti piccoli da accogliere e da amare. I bambini, talvolta disprezzati e poco amati, abbandonati a se stessi. Che conta la vita di un bambino? Talvolta niente in un mondo di adulti. I poveri, che si incontrano nelle strade o nei sottopassi della metropolitana a chiedere lelemosina. I malati. I vecchi, lasciati spesso nella solitudine e nellindifferenza generale. Gesù ci ammonisce ancora una volta: “Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”.
Il disprezzo nasce dallamore per sé, dalla ricerca del proprio esclusivo benessere. Il disprezzo cresce nellindifferenza e nellinsensibilità. Come essere indifferenti di fronte a quei piccoli, amati dal Signore, i cui angeli vedono sempre la faccia del Padre? Quegli angeli portano davanti a lui le nostre pene, perché il Signore ci custodisca nel suo amore.
Gli angeli, allora, ci indicano la via del cielo; ci custodiscono, ma anche ci aiutano ad essere noi stessi custodi della vita degli altri, soprattutto dei piccoli. Siamo anche noi angeli per i piccoli, per i nostri familiari, per gli uomini e le donne della nostra città. Una comunità cristiana, anche piccola in una città, è una schiera di angeli che custodiscono la vita degli altri.
Ci affidiamo agli angeli, a Maria Madre di Dio, perché lei interceda presso il Figlio affinché nessuno di noi si perda, ma tutti, e particolarmente voi cari fedeli e amici della comunità cattolica di Mosca, possiamo essere custoditi nellamore del Padre e possiate custodire tanti.