Parte la raccolta per il fondo di microcredito SPES

1)      Prestiti per avviare una attività e risolvere il problema del lavoro, in modo autonomo e responsabile.
 
In una realtà come quella napoletana, molte sono le esigenze, i bisogni, le situazioni di disagio. La Chiesa napoletana vuole assumere, in prima istanza, una iniziativa direttamente rivolta al tema del lavoro: non ci sono posti da assegnare, ma si vuole accompagnare e sostenere lo spirito di iniziativa di chi vuole provare a farcela. E’ un intervento piccolo che nasce  come un esperimento, certamente non risolutivo , ma che può avere un forte carattere emblematico. Può rappresentare un elemento di speranza, un percorso concreto di esercizio della solidarietà della comunità cristiana.
 
2)      Le caratteristiche dell’intervento: trasparenza e volontariato.
 
Saranno concessi prestiti per un importo massimo di 20 mila euro, da restituire in quattro o cinque anni; i prestiti saranno erogati da una banca,che non chiederà garanzia ai proponenti; i prestiti saranno a tasso zero; saranno predisposti dei moduli per le domande di finanziamento;il Fondo Spes contribuirà, in parte alle garanzie e all’azzeramento del tasso di interesse. Gli esperti che stanno affiancando la Curia forniranno maggiori dettagli tecnici: sono già al lavoro per individuare le Banche ed i Consorzi fidi che affiancheranno l’iniziativa e stanno definendo le procedure. L’intervento sarà operativo a settembre in modo che per la fine dell’anno sarà già possibile vedere i primi frutti della iniziativa, caratterizzata dalla massima trasparenza: saranno resi noti i criteri di valutazione, che sarà fatta da esperti particolarmente qualificati. Sarà assicurata una puntuale rendicontazione delle attività e delle spese del fondo.L’obiettivo è di azzerare le spese di funzionamento dell’intervento utilizzando volontari. In particolare si chiede la collaborazione di professionisti, manager, consulenti per attività di tutoraggio ai soggetti che avviano una nuova attività. L’intervento si fonda sulla solidarietà di quanti versano contributi al Fondo e di quanti mettono a disposizione la loro competenza ed il loro tempo.
 
    3) Prestito e non dono
 
Si tratta di prestiti e non di erogazioni a fondo perduto. A chi ottiene il prestito vengono richieste non garanzie, ma l’impegno morale alla restituzione: ciò renderà credibile l’intervento e consentirà di sostenere più iniziative. I beneficiari saranno aiutati ed accompagnati, ma saranno impegnati ad assumersi piena responsabilità: lo sviluppo è fatto da soggetti responsabili, a tutti i livelli, non da soggetti assistiti a vita.
 
   4) Comunicazione Sociale

Tre momenti di comunicazione:
Parrocchie (attraverso la rete telematica)
Beneficiari (con predisposizione di materiale descrittivo a supporto)
Monitoraggio (film sui primi dodici mesi delle attività)
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