Premio Efesto 2012 al Cardinale Crescenzio Sepe

Premiare le eccellenze campane in campo produttivo, creativo, imprenditoriale, associativo, culturale anche in tempi di difficile congiuntura economica: da sei anni è l’obiettivo del Premo Efesto, istituito dall’associazione “I Centenari”, un gruppo di imprese che riunisce le aziende storiche campane.Venerdì 30 novembre, all’Unione industriali, cinque riconoscimenti ad «aziende e personalità che hanno investito in ricerca storica e recupero della tradizione, promuovendo progetti che danno prestigio alla nostra regione in Italia e nel mondo», spiega il presidente onorario Pina Amarelli. «Fare impresa nonostante la storia ci abbia travolto, nonostante la difficile congiuntura economica – aggiunge la Amarilli – coniugando tutto con l’etica». «E- incalza Antonia Autori, presidente attuale de “I Centenari” – rimangono radicate al territorio, nonostante un periodo di rapide trasformazioni e di profonda crisi economica». Per loro “I Centenari” ha realizzato un’opera particolare: un blocco di plexiglas con frammenti di corallo antico di Sciacca di fine ottocento che riproducono in disegno la “greca”, logo del Premo Efesto. «Ma il riconoscimento – sottolinea il direttore Biagio Orlando – va aldilà delle persone e mira a costruire una rete di eccellenze che abbracci l’intero sistema dell’economia della città e della regione».
Al cardinale Crescenzio Sepe l’assegnazione del premio, nella sezione Mediterraneo, per aver «promosso i valori dell’accoglienza e dell’integrazione, facendo di Napoli il luogo di propulsione, al centro del Mediterraneo, di una rinnovata civiltà del convivere». E Sepe rilancia: «Presto un forum perché Napoli sia ponte con tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo». «Nella nostra città – spiega il cardinale – all’indomani del meeting interreligioso del 2007 è nato anche un forum per continuare i contatti con tutti gli altri Paesi teso ad esaltare i valori della tolleranza, della comprensione, della generosità».
Alla liuteria Calace, va la sezione “Impresa e storia” per «aver saputo coniugare, sin dal 1825, la sapienza delle mani con l’acutezza dell’udito, la cura del bello, la conservazione di una tradizione con equilibrio con l’esigenza di rinnovamento». Ai Calace, originari di Procida, la capacità di aver saputo esportare mandolini persino a Seoul «anche se – confessa Raffaele Calace – abbiamo dovuto modificarli a causa della forte umidità». Eppure a Seoul è stato realizzato il festival del mandolino.
Nella sezione “capitani coraggiosi” è stata annoverata, quest’anno, Maria Rosaria de Divitiis, presidente del Fai «per l’impegno e l’opera di mobilitazione profusa per la salvaguardia delle bellezze paesaggistiche, storiche e artistiche del nostro territorio» che l’hanno vista recentemente paladina per il recupero della Reggia di Carditello». Ma soprattutto – spiega la de Divitiis – per «l’insegnamento a 400 giovani di lezioni gratuite sulla storia di Napoli». Una Napoli da esportare come ha fatto l’artista Riccardo Dalisi, vincitore nella sezione
“Creatività”, «per il suo impegno nel sociale, calato nei quartieri più difficili di Napoli con i suoi laboratori al Rione Traiano, Ponticelli e Sanità». «Ho esportato
– dice Dalisi – la caffettiera napoletana fino a Denver, tra gli indiani. Ma ho soprattutto esportato la passione per l’artigianato e la manualità che restituiscono così a Napoli l’orgoglio della sua tradizione».
Quest’anno il “Premio speciale” è stato assegnato al Museo dello sbarco di Salerno «per aver colmato un vuoto nella memoria storica di grande rilevanza storica, culturale e politica». Grazie all’impegno di Nicola Oddati ed Edoardo Scotti il museo ha ricevuto il plauso del presidente Napolitano per aver saputo integrare percorsi storici e turistici. «A breve – rivela Scotti – l’apertura del Museo delle Quattro Giornate a Napoli e il Museo delle stragi naziste a Caserta».

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