Processione del Santo Patrono e Martire Gennaro

Processione Reliquie di S. Gennaro
Sabato 3 maggio 2014 III Domenica di Pasqua
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   Distinte Autorità
   Cari fratelli e sorelle,
 Al termine della processione, durante la quale abbiamo accompagnato le reliquie del nostro Santo Protettore dalla Cattedrale a questa Basilica di S. Chiara, cantiamo l’inno di gratitudine al Signore che, risorto, continua a vivere nella Chiesa e nel mondo camminando al nostro fianco, assieme ai nostri Santi che, come Gennaro, hanno donato la loro vita per testimoniare la loro fedeltà a Cristo.
 Nel brano del Vangelo di Luca, abbiamo ascoltato che Gesù, appena risuscitato, si fa compagno di viaggio di due dei suoi discepoli, i quali avevano lasciato Gerusalemme per raggiungere un villaggio di nome Emmaus.
 I due, mentre camminavano, conversavano e discutevano insieme su ciò che era accaduto, nei giorni precedenti, a Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo, e come i capi dei sacerdoti e le autorità lo avessero consegnato (a Pilato) per farlo condannare a morte, per crocifiggerlo .
 Anche la nostra processione è stata un metterci in cammino per le strade della nostra città per ricordare il martirio del Vescovo Gennaro le cui reliquie furono traslate dal Vescovo di Napoli, Giovanni I, dall’Agro Marciano, località vicina ai Campi Flegrei dove erano sepolte, alle catacombe che portano il suo nome e che allora si trovavano fuori le mura della città (extra moenia).
 Abbiamo camminato e cantato per testimoniare la nostra devozione per colui che, sull’esempio del Primo Martire, Gesù di Nazaret, ha dato il suo sangue per la fedeltà e la verità di Dio, il quale si è incarnato, è morto ed è risorto per riscattarci dal male e darci la libertà di vivere la vita dei figli di Dio.
 Abbiamo camminato e cantato, sentendo vicino a noi, anzi dentro di noi, la presenza di Cristo risorto che ci ha insegnato a leggere e a interpretare il suo Vangelo come regola e fondamento della nostra fede e della nostra vita come cittadini di questa amata e difficile città di Napoli. In questo senso, il nostro camminare e andare è stato anche un atto di amore per la nostra Città e per il popolo napoletano, che tanto soffre per il grave e preoccupante perdurare della mancanza di lavoro e di reddito.
 Tutti conosciamo e facciamo esperienza quotidiana delle precarie condizioni economiche e sociali nelle quali ci troviamo a vivere come, del resto, capita in altre città e territori della nostra Italia e in altre parti del mondo. Noi, come Chiesa, non possiamo rimanere inerti di fronte a tale situazione. Secondo l’insegnamento di Cristo, che è andato per le strade della Giudea e della Galilea, manifestandosi “profeta potente in opere e in parole”, guarendo gli infermi e facendo del bene a tutti, ma anche sull’esempio di Gennaro, che si mise in cammino per incontrare e confortare il diacono Sossio e gli altri cristiani, che erano stati imprigionati perché cristiani e che poi subirono il martirio assieme a lui, anche noi, cristiani di oggi e di questo territorio, mossi da un impeto di amore e spinti da un forte impulso di fraternità e solidarietà, vogliamo farci compagni di viaggio di tutti i fratelli e sorelle che vivono in gravi situazioni di disagio sociale e morale.
 Anche in questo giorno di grazia vogliamo ancora ricordare e affidare alla intercessione del martire Gennaro i malati, i carcerati, gli emigrati, i senza fissa dimora, i disoccupati, gli emarginati, i delusi, gli sconfitti.  In particolare, vogliamo affidare al Santo Patrono i nostri giovani, che hanno il diritto di guardare con fiducia e serenità al loro futuro, facendosi protagonisti di una società moderna e giusta.
Vogliamo ricordare nella preghiera tutti, perché sono tutti parte della nostra famiglia umana e cristiana, sono tutti parte del nostro corpo, di noi stessi. È questo il senso dell’Incarnazione di Dio; è questo il motivo per cui i martiri hanno donato il loro sangue. Noi cristiani di oggi siamo chiamati  a costruire la casa comune, rinunziando agli interessi individualistici e discriminatori. È una questione di fede che interpella la nostra responsabilità umana e cristiana.
 “Noi speravamo …” dicono i due discepoli a Gesù. È la dichiarazione del fallimento di tanti che si sentono delusi e senza speranza, perché non sanno conoscere o ri-conoscere Cristo che bussa al loro cuore. “Alzati e cammina” è l’invito che ci viene dalla testimonianza di S. Gennaro il quale ci invita a non aver paura perché Cristo è al nostro fianco per sorreggerci e guarirci. Abbiamo fede in un Dio che ci ama e che vuole solo il nostro bene; partiamo, come i discepoli di Emmaus, senza indugio, per incontrare Cristo che farà ardere il nostro cuore.
 Affidiamo al nostro Martire Gennaro, ai santi Papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II il nostro camminare per la strada della vita e della fede. E la Madre di Dio, Regina dei martiri, ci protegga nel nostro pellegrinaggio e ci conduca all’incontro gioioso col suo Figlio divino.
‘A Maronna c’accumpagna

 
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