«Professionisti con un supplemento danima», così il cardinale Crescenzio Sepe, nel presentare, martedì 23 ottobre, i dieci nuovi borsisti, ragazzi meritevoli e bisognosi che la Diocesi ha individuato in quanto destinatari di dieci borse di studio universitarie. È uno dei frutti del Giubileo, indetto dallarcivescovo lo scorso anno e che prosegue, con la collaborazione di imprenditori, professionisti e componenti della società civile. Partner della diocesi: la Camera di Commercio (3 borse), il Gruppo Tufano Euronics (3 borse), il Lions Club Napoli, l’Istituto di Cultura meridionale, la Banca di Credito Cooperativo, la Fondazione Lisetta Santoro De Simone. E già si annunciano altre undici borse di studio per il prossimo anno. «Perché la carità è contagiosa – dice Sepe – il bene porta con sé altro bene che vince il male e dona semi di speranza per la costruzione di un futuro nuovo per Napoli».
Ai dieci borsisti si richiede non soltanto preparazione ma anche formazione e valori umani. Per ogni ragazzo, proveniente da Soccavo, Secondigliano, Casoria, Torre del Greco, Piscinola, Afragola, Ponticelli, Mergellina, centro storico, la diocesi, sostenuta dagli sponsor, stanzia 12.500 euro, grazie ai quali è possibile far fronte alle spese per le tasse universitarie e i libri di testo durante i cinque anni del corso di laurea. Un comitato, presieduto dal vicario episcopale per la Cultura monsignor Adolfo Russo, e composto da esponenti del mondo accademico, della sanità e da professionisti, ha valutato i destinatari delle borse stesse: tutti giovani con un reddito familiare inferiore agli 8000 euro. Ai giovani unopportunità in più: oltre al pagamento delle tasse universitarie e dei libri di testo, si affianca un tutor, un professore universitario della facoltà scelta che vigila su tutto il cammino universitario, sostenendo il giovane nelle difficoltà, suggerendogli stages ed esperienze integrative, trasmettendogli la passione per lo studio e la ricerca.
«Puntiamo sulla formazione di una classe dirigente che possa testimoniare anche nella propria vita gli interessi generali e lavori, quindi, per realizzare il bene comune», spiega il preside di Giurisprudenza Lucio De Giovanni, del comitato che ha provveduto alle selezioni degli studenti.
Variegata la scelta universitaria dei giovani: in quattro scelgono le facoltà di ingegneria; gli altri, giurisprudenza, medicina, lettere, farmacia, scienze politiche. «La nostra sfida è formare bravi cristiani, onesti cittadini ed ottimi professionisti – sintetizza il vicario episcopale per la Cultura monsignor Adolfo Russo – questo il senso di un progetto che continua a trovare sostenitori per il secondo anno consecutivo».
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