Romano Vincenzo
Torre del Greco, 3 giugno 1751 - 20 dicembre 1831
Profilo biografico
Il 3 giugno 1751 nella città marinara di Torre del Greco al centro del golfo di Napoli nasceva Vincenzo Romano. I genitori Nicola Luca e Grazia Maria Rivieccio, di famiglia modesta, abitavano in Via Piscopia, in uno dei rioni più popolosi e vivaci della città. Trascorse i primi anni della sua vita in un clima familiare assai religioso ed ebbe come primo maestro ed educatore don Agostino Scognamiglio, pio e dotto sacerdote torrese. La sua ammissione in Seminario non fu facile, a causa dell’elevato numero dei seminaristi e del clero locale, ma la Provvidenza, cui si affidò con fede, gli aprì le porte del Seminario diocesano di Napoli, dove poté giovarsi della guida di uomini di cultura e di santità, dei consigli del Venerabile Mariano Arciero, suo padre spirituale, e degli insegnamenti di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori.
Ordinato sacerdote il 10 giugno 1775, si dedicò prima all’evangelizzazione dei contadini nella cappella rurale dei Signori Pollio e poi come Padre Spirituale della Congregazione dell’Assunta nel centro, e in casa tenne dal 1775 al 1796 una scuola per ragazzi della città, da dove uscirono moltissimi sacerdoti e dotti padri di famiglia. Dal 1796 al dicembre 1799 fu economo curato e poi sino 1831 fu Preposito Curato di S.Croce, unica parrocchia di Torre del Greco. Si dedicò con zelo e amore, alla celebrazione dei sacramenti, all’attività catechistica, all’assistenza dei poveri, degli ammalati e dei tanti marinai torresi inviando con loro un sacerdote e un medico. La terribile eruzione del Vesuvio del 15 giugno 1794, che distrusse quasi completamente la città e la chiesa parrocchiale, mise in luce la sua fibra apostolica. Egli si dedicò subito alla difficile opera di ricostruzione materiale e spirituale della città e della chiesa, che volle riedificare più grande e più maestosa.
Morì il 20 dicembre 1831 tra il rimpianto generale, lasciando ai suoi sacerdoti come testamento spirituale l’impegno di vivere la carità fraterna.
Il 18 dicembre 1833, il Sindaco Bartolomeo Palomba, i decurioni (attuali assessori e consiglieri) e gli Amministratori di S.Croce, nominarono il rev.do d. Pietro Palomba (che era il figlio del Sindaco) ad 1 Postulatore per la Causa di Beatificazione del parroco Vincenzo Romano, e subito dopo si apriva a Napoli il processo diocesano.
I testimoni che furono chiamati a testimoniare furono 54, i fratelli di Vincenzo Romano: sac. Pietro e Giuseppe, i nipoti sac. Felice e Maria Grazia, 25 sacerdoti, 4 monache di casa, i laici furono 8 uomini e 14 donne. Il 1 marzo del 1842, il Postulatore ebbe in consegna dal Cardinale Filippo Giudice Caracciolo i volumi contenenti tutte le testimonianze e il 7 luglio 1842, il Palomba li consegnò al Segretario della Congregazione dei Riti (attuale Congregazione per Cause dei Santi).
Il 3 giugno 1843, il Papa Gregorio VII firmò il decreto di introduzione della Causa e dal processo diocesano furono preparate due Positivo dai titoli: Positivo super introductione causae, Romae 1843 e Positivo super non cultu, Romae 1845. Dal 1846 al 1850 si svolse il processo Apostolico sulla fama di santità “in genere”, e dal 1853 al 1858 il processo apostolico sulle virtù “in specie”, tutte e due i processi Apostolici si celebrarono a Napoli.
Il 24 novembre 1856, fu effettuata la ricognizione del corpo del Parroco Romano, alla presenza del Card. Sisto Riario Sforza. Dal 1862 fu nominato postulatore il sac. Gennaro Battiloro. Negl’anni 1862-63, si svolse il processo apostolico sugli scritti. Il 21 settembre 1865, il Papa Pio IX dichiarava Vincenzo Romano, venerabile, Negli anni successivi, furono preparate nel 1880 un Summarium super dubio, e nel 1885 una Positivo super virtutibus cum recensione virtutum. Queste furono esaminate dalla Sacra Congregazione dei Riti in tre sedute: il 13 agosto 1890, l’undici luglio 1893 e il 4 dicembre 1894, i Cardinali e i Padri Consultori diedero la loro approvazione e Leone XIII il 25 marzo 1895 dichiarava eroiche le virtù di Vincenzo Romano. Negli anni 1894 – 1895, si svolse il processo apostolico sul primo miracolo avvenuto nel 1891 e si trattava della guarigione della Signora Maria Carmela Restucci da un tumore al seno. Il 13 ottobre 1927 fu eseguita la seconda ricognizione e il corpo fu spostato in un loculo alla sinistra (dove attualmente vi è il corpo di mons. Felice Romano), mentre invece la prima tomba era a destra a terra. Nel 1940 nel luglio avvenne il secondo miracolo e si trattava della guarigione da un tumore alla gola di Suor Maria Carmela Cozzolino. Nel 1941 fu nominato Postulatore della Causa il padre torrese Bartolomeo Mazza, Superiore Generale della Congregazione dei Sacri di Secondigliano (congregazione fondata dal Beato Gaetano Errico), il quale nominò vicepostulatore il rev.do don Stefano Perna, allora viceparroco di S. Croce. Negli anni 1941-42 si svolse il processo apostolico sul secondo miracolo. Nel 1949 alla morte del parroco Francesco Saverio Vitelli, il nuovo preposito nella qualità di Attore della Causa del parroco Romano, nominò il sacerdote torrese Salvatore Garofalo, professore di Sacra Scrittura all’Universtà Pontificia Urbaniana e il Garofalo nominò il rev.do don Michele Capano, vicepostulatore della Causa. Il 18 aprile 1962, la Consulta medica della Congregazione dei Riti, approvò i due miracoli. Il 7 settembre dello stesso anno, alla presenza del card. Alfonso Castaldo, Arcivescovo di Napoli, si tenne in S. Croce a Torre del Greco, la terza ricognizione del corpo di Vincenzo Romano, e anche la sistemazione delle reliquie nell’urna di bronzo e di vetro, opera dell’artista torrese Antonio Mennella, al di sotto della statua di legno opera dell’artista torrese Ferrara, nell’altare del Sacro Cuore, nella navata di sinistra di S. Croce. A Torre per la preparazione della Beatificazione si riunì varie volte un gruppo di lavoro diviso in vari settori, formato in particolare da: mons. Stefano Perna, preposito curato di S. Croce e i suoi viceparroci d.Salvatore Palombo e d. Vincenzo Scognamiglio, dal postulatore mons. Salvatore Garofalo, dal vicepostulatore mons. Michele Capano, dal sindaco di Torre del Greco Avv. Antonino Magliulo, segretario era il prof. Luigi Jannelli, i verbali sono conservati in S. Croce. Il 24 settembre 1963, alla presenza del Papa Paolo VI, venne posto in discussione se le due guarigioni erano miracoli, i presenti diedero parere favorevole, il Papa invece volle qualche giorno di preghiera e di riflessione e il 5 ottobre successivo fu firmato dal pontefice il decreto per la Beatificazione e l’approvazione dei due miracoli. Il 17 novembre 1963 domenica, in una duplice celebrazione, nella Basilica di S. Pietro, si ebbe la Beatificazione di Vincenzo Romano. La mattina si ebbe la lettura del decreto di Papa Paolo VI e lo scoprimento dell’arazzo del novello Beato nella Gloria del Bernini, invece al pomeriggio, il papa Paolo VI scese in Basilica per pregare il novello Beato, e dopo il discorso di saluto del cardinale Alfonso Castaldo, arcivescovo di Napoli, il pontefice tenne un discorso sul Beato Vincenzo Romano. Erano presenti a Roma, tutto il clero torrese, le autorità civili con in testa il Sindaco avv. Antonino Magliulo, e un numeroso popolo torrese.
Nel 1964, esattamente il 2 settembre, nella Basilica di S. Croce a Torre del Greco, alla presenza del card. Castaldo, di vari vescovi campani, di sacerdoti e popolo, vi fu una conferenza di mons. Salvatore Garofalo e subito dopo vi fu la solenne proclamazione del Beato Vincenzo Romano a Patrono del Clero della Campania.
Nel 1970, su istanza del cardinale Corrado Ursi, arcivescovo di Napoli, di altri Vescovi della Campania, si chiese al Papa Paolo VI l’apertura del Processo di Canonizzazione del Beato Vincenzo Romano. Nel 1972, il 21 maggio, all’alba della solennità della Pentecoste, moriva tra il rimpianto di tutti, mons. Stefano Perna, preposito curato di S. Croce, vero artefice infaticabile della Beatificazione del Parroco santo di Torre del Greco. nel 1978, si riformò una commissione permante della Postulazione del Beato V. Romano che preparò varie proposte. Tra cui la stampa di un depliant, che fu preparato da mons. Michele Capano, vicepostulatore. Dal giugno al novembre 1978, il prof. Francesco Russo, direttore della Biblioteca S. Tommaso della Sezione S. Tommaso d’Aquino della Pontifica Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli, curò l’ordinamento e la classificazione di 8 raccoglitori con manoscritti e documenti relativi al Beato Vincenzo Romano. Tale ordinamento e classificazione fu pubblicato nella Rivista di Letteratura e di Storia Ecclesiastica a cura del prof. Francesco Russo. Nel novembre 1979, a cura del rev.do sac. Nicola Ciavolino e con la collaborazione dei giovani del Gruppo Archeologico Torrese “Col. Novi”, nella Chiesa dell’Assunta, in Via Comizi, fu preparata una mostra documentaria sul Beato, vi furono portati gli arredamenti dalla casa del Beato, quadri provenienti vari enti (Museo Vesuviano – Pompei, Archivio Storico Diocesano di Napoli, Seminario Maggiore di Napoli), mostra che ebbe un grande successo di visitatori, si calcolò da parte degli organizzatori in circa 30.000 persone. Il 22 febbraio 1980, moriva mons. Michele Capano, che era sostituito come vicepostulatore da d. Rocco Borriello. Nei stessi giorni fu indetto e si svolse tra gli alunni delle scuole di Torre del Greco, il “1 Concorso Letterario a premi del Beato Vincenzo Romano”. Nel giugno 1981, il preposito curato don Rocco Borriello si dimise per motivi di salute e gli subentrò in S. Croce, don Onofrio Langella. Subito si pose la commissione a preparare le celebrazioni per il 150° della morte di Vincenzo Romano. Nel 1981, si fondò il Centro Studi Vincenzo Romano, con il compito di approfondire e promuovere la conoscenza del Beato. Il 4 marzo 1982 dal Vicario Foraneo mons. Salvatore Maglione, sottoscritta anche dal cardinale Corrado Ursi, fu mandata alla Congregazione della Causa dei Santi, una richiesta per procedere alla ricognizione del corpo del Beato, perché vi erano dei problemi di conservazione, le osse erano state avvolte con fogli di cellofan, e per la peregrinazione delle reliquie del Beato nelle parrocchie di Torre. Il 1 luglio in S. Croce, si procedette alla 4 ricognizione delle ossa del Beato, alla presenza del delegato del cardinale Corrado Ursi, il P. Gaudenzio Dell’Aja ofm, del rev.do mons. Aniello Castiello, promotore della fede, del sac. Ciro Parisi, notaio, i prof. Felice D’Onofrio e Giangiuseppe Scotti, procedettero all’identificazione e alla catalogazione delle ossa, che poi il 16 luglio, furono legati con fili d’argento a una lamiera di metallo ricoperta da un drappo di seta vellutata di colore bianco. Il contenitore con le ossa vennero esposte alla venerazione dei fedeli, e il giorno 20 luglio, il delegato arcivescovile P. Gaudenzio dell’Aja ofm, tenne un intervento al popolo sulla ricognizione. Il Cardinale Ursi, inviò un suo messaggio per il 150° della morte del Beato. Dal 14 settembre nelle parrocchie visitate dalle reliquie del Beato, ricevono anche la presenza dei Padri Passionisti, che tengono una missione al popolo, che si conclude con il ritorno del corpo del Beato in S. Croce. La sera del 20 dicembre 1982, si chiudono le celebrazioni per il 150° con la concelebrazione eucaristica, presieduta dal card. Corrado Ursi, al termine della celebrazione nel giardino della casa del Beato Vincenzo Romano, viene scoperto un busto del Beato Vincenzo Romano da parte del card. Ursi. Dal 24 al 28 gennaio 1983, nell’Oratorio che porta il nome del Beato, si tenne 1° Congresso storico dal titolo: “L’impegno pastorale del Beato Vincenzo Romano nel suo contesto storico”, gli atti furono stampati a cura del 36° Distretto Scolastico di Torre del Greco, nel gennaio 1984. A cura del Centro Studi, si tennero delle conferenze nell’anniversario della morte, tenute dai prof.ri Luigi Maria Pignatiello, Pasquale Giustiniani, Michele Sasso, Sabatino Maiorano, Ciro Sarnataro, Antonio Di Donna, Nicola Ciavolino, i cui interventi, furono pubblicati nella collana Luce Nuova del Centro Studi. Come anche ebbe un buon successo la Giornata Sacerdotale Diocesana, che vedeva la presenza di sacerdoti diocesani e religiosi, provenienti da varie zone della diocesi, e la presenza gioiosa e appassionata, sia del card. Ursi che di mons. Ambrosanio. In questi anni, a Torre viene intitolata al Beato, la 7 Scuola Media Statale di Via Nazionale. Il Beato entra anche nello statuto dell’Associazione diocesana del Clero di Napoli, come Patrono. Dal 1989, inizia l’iniziativa dell’offerta ogni 20 del mese dell’olio per la lampada, che arde davanti al Beato, da parte delle parrocchie torresi. Nell’ottobre 1989, viene riproposta ancora una volta, l’esigenza di costruire un monumento al Beato, in piazza S. Croce. Al momento dell’annunzio da parte del card. Michele Giordano, che il Papa, sarebbe venuto a Napoli, in visita pastorale nel novembre 1990, il Presbiterio di Torre del Greco con il decano sac. Giosuè Lombardo chiese al Cardinale Giordano d’inserire nel programma della visita, anche una sosta a Torre, e il 3 maggio 1990, con una lettera inviata ai sacerdoti e fedeli di Torre del Greco, il cardinale Michele Giordano annuncia che la Santa Sede ha accolto la richiesta del Presbiterio torrese, per una sosta del papa a Torre. Torre si prepara sia con un convegno a Torre e sia partecipando con numerosi fedeli ai vari momenti diocesani. Torre in festa la sera dell’11 novembre 1990, accoglie con tutto il popolo per le strade, il Papa, erano presenti numerosi fedeli accorsi dai vicini comuni, a Torre, non c’era uno spazio libero, il Papa e il suo seguito, furono meravigliati dal tappeto umano, presente dall’autostrada sino a S. Croce e poi a Via Comizi. Il Papa fu accompagnato dai canti dei cantori e la voce rotta dall’emozione di don Giosuè Lombardo, per tutto il percorso, il momento più forte fu quando il Papa davanti all’Urna del Beato si inginocchia e don Giosuè chiese il silenzio, tutti i presenti trattennero il respiro, tanto che il Papa, dalla sua preghiera, si girò meravigliato intorno per vedere dove era quella folla gioiosa che ora non sentiva più presente, inaugurò il monumento al Beato in Piazza e si recò in Largo Comizi, dove ebbe il saluto di benvenuto da parte del cardinale e del sindaco avv. Salvatore Polese, e concluse con un suo discorso ricordando ai torresi, di essere fortunati di avere una eredità spirituale da parte del Beato. Nel mese di gennaio 1991, esattamente il 25 muore don Michele Sasso, sudioso infaticabile del Beato, e nei giorni successivi a cura del Centro Studi B. Vincenzo Romano viene prodotta una videocassetta dal titolo: “Sulle orme del Beato Vincenzo Romano”. Nel settembre 1991, il cardinale Giordano, annuncia che sua intenzione dedicare al Beato Vincenzo Romano, una nuova parrocchia edificata nel comune di Melito di Napoli. Nel 1 anniversario della visita del Papa a Torre, vengono scoperte due lapidi, una in S. Croce e l’altra in Largo Comizi. Dal 18 novembre dello stesso anno è aperta ai fedeli la parrocchia intitolata al Beato. Dal 16 al 20 dicembre 1993, viene tenuto in S. Croce, a cura del Centro Studi Beato Vincenzo Romano, il II Convegno Storico sul Beato Vincenzo Romano dal titolo: “L’attualità del carisma di Vincenzo Romano”, vi fu anche una mostra per i 200° della nascita di mons. Felice Romano, nipote del Beato. Alla fine del 1993, viene nominato vicepostulatore della causa del Beato, il sac. Luigi Fatica di Portici. Mons. Salvatore Garofalo, a causa della sua tarda età, con lettera al parroco di S.Croce, si dimette, e il 2 febbraio dello stesso anno, viene nominato il rev.do don Luigi Fatica. Il 15 giugno, viene ricordato il Bicentenario dell’eruzione del 1794, con una veglia sul sagrato di S. Croce, con la presenza dell’Urna con le reliquie del Beato. Il 29 agosto, ritorna alla Casa del Padre, d. Nicola Ciavolino, fondatore e 1 direttore del Centro Studi Beato Vincenzo Romano. In preparazione della visita pastorale del cardinale a Torre, vi è la peregrinazione del corpo del Beato nelle parrocchie di Torre del Greco, e nei giorni 3 al 6 ottobre, alla parrocchia di S. Maria delle Grazie a Trecase e dal 6 all’11 novembre alla parrocchia a lui intitolata a Melito, e rientra solennemente l’11 novembre nel quarto anniversario della venuta del papa a Torre. L’11 dicembre presso la Sez. S. Tommaso della Facoltà Teologica a Napoli, viene presentata l’ultima biografia sul Beato V.Romano, dal titolo: “Vincenzo Romano. Il Vangelo della carità” per le edizioni San Paolo, nella collana Protagonisti, la biografia è una buona parte della Tesi preparata per la Laurea in Teologia dal carissimo e indimenticabile d. Michele Sasso. In preparazione del giubileo del 2000 in S.Croce, viene organizzato un convegno nei giorni 21-22-23 ottobre 1997, dal titolo: «Con Vincenzo Romano verso il giubileo». Il 28 e il 29 luglio 1998, muoiono, don Rocco Borriello, parroco emerito di S. Croce e prematuralmente d. Luigi Fatica, postulatore della Causa di Canonizzazione del Beato Vincenzo Romano. Il 30 settembre successivo, il parroco di S. Croce, d. Onofrio Langella, nella qualità di attore della causa del Beato, con l’assenso del cardinale Michele Giordano, nomina il rev.do P. Luca De Rosa ofm, come nuovo postulatore della Causa di canonizzazione del Beato, e nelle bracce di P. De Rosa si spense mons. Salvatore Garofalo, il 25 ottobre 1998. Il 17 novembre 1998, il P. Luca De Rosa, nomina il rev.do d. Francesco Rivieccio, vicepostulatore della Causa di Canonizzazione. Il 26 novembre, organizzato dal Unione Apostolica del Clero della Campania, si è tenuto il 1° Pellegrinaggio dell’U.A.C., è presente anche mons. Pedi, il presidente nazionale. Il Vicepostulatore, si fa promotore della formazione di un gruppo di lavoro della Postulazione, che si riunisce per il 1999, il 7 e il 28 giugno, il 26 ottobre, il 9 dicembre. Il 18 e il 19 novembre 1999, viene ricordato a Torre del Greco, mons. Salvatore Garofalo, con un convegno. Il 28 dicembre 1999, viene ricordato il 200° della nomina di Vincenzo Romano a Parroco di S. Croce. Per la festa del Beato dell’Anno Santo 2000, si invitava S. Ecc. mons. Josè Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che il 28 novembre veniva ospitato a Torre dai Padri Redentoristi, a Colle S. Alfonso, il giorno successivo al mattino, incontrava il presbiterio zonale e al pomeriggio presiedeva la Concelebrazione eucaristica per la Festa Liturgica del Beato. Al termine della S. Messa, il Prefetto, apriva solennemente il sito in internet che con la collaborazione tecnica della ditta M.N.S. Media & Net Service s.n.c. di Torre del Greco; il gruppo di lavoro si riunisce per il 2001 il 25 gennaio, il 3 maggio. Nel bilancio comunale del 2001, viene stanziato per la Postulazione £ 30.000.000.Dal 30 maggio a questo indirizzo: www.vincenzoromano.org che è stato creato dalla Postulazione al 3 giugno, viene celebrato il 250° anniversario della nascita del Beato Vincenzo Romano, con l’esposizione dei resti mortali del Beato, davanti all’altare maggiore, vi è grande affluenza di popolo. Dal 12 al 20 gennaio 2002, l’urna con i resti mortali del nostro Beato vengono portati di nuovo a Melito, nella parrocchia a lui intitolata, con la presenza di molti fedeli. In quella sede, la comunità civile e religiosa di Melito decide di stringere maggiormente il gemellaggio tra Torre e Melito, che viene effettuato il 14 giugno 2002, quando le autorità civili e il popolo di Melito, si portano in S. Croce, per offrire al Beato, una rosa d’argento, il comune di Torre offre alla parrocchia di Melito intitolata al Beato, una pisside, con tre cammei, raffiguranti il Beato e i due stemmi comunali. Nel settembre 2002, si conclude l’operazione della microfilmatura degli scritti del Beato. Il 20 settembre 2014, il parroco pro tempore di S. Croce in Torre del Greco sac. Giosuè Lombardo nomina il sac. Francesco Rivieccio, come postulatore della Causa di Canonizzazione del Beato Vincenzo Romano, per aprire un processo diocesano su un presunto miracolo avvenuto a Torre del Greco nel 1989 al signor Raimondo Formisano. Il processo diocesano sul caso Formisano si chiude l’8 ottobre 2015 a Torre del Greco nella Basilica di S. Croce, alla presenza del card. Crescenzio Sepe, che al termine della solenne conclebrazione, con la presenza del Tribunale delle Cause dei Santi firmano gli atti dell’ultima sessione. Il Tribunale era composto da mons. Nunzio D’Elia, delegato episcopale, dal P. Pietro Zarella ofm capp., promotore di giustizia, dalla professoressa Antonella Borriello, notaio attuario, dal professore Vittorio Emanuele Cangiano, notaio aggiunto. Gli atti vengono consegnati al postulatore sac. Francesco Rivieccio, che assume il nome di Portitore, il quale il giorno 16 ottobre 2015, consegna alla Cancelliere della Congregazione i due plichi, sigillati. Assume la nomina di postulatore in fase romana, il P. Califano Giovan Giuseppe, postulatore generale dell’Ordine dei Frati Minori, il quale fa subito domanda al prefetto card. Angelo Amato, di procedere all’apertura, dei plichi, che viene effettuata il giorno , effettuata l’apertura, si richiede al dicastero la validità giuridica che arriva con il decreto del 24 giugno 2016 (prot. n. 480-42/16), dal postulatore P. Califano viene preparata la Fattispecie cronologica in data 17 novembre 2016, l’esame del caso Formisano è stato dato d’ufficio a due periti il prof. Fabrizio Franchi, oncologo, il quale consegna il suo parere il 27 dicembre 2016, nelle sue conclusioni afferma: <
<< Diagnosi: neoformazione maligna retro peritoneale (7/7)
Prognosi: infausta (7/7)
Terapia: inadeguata ed inefficace (7/7)
Caratteristiche guarigione: completa e duratura non spiegabile scientificamente (7/7)>>.
Il Postulatore consegna alla Congregazione delle Cause dei Santi in data 8 settembre 2017, l’informatio super miraculo, e nello stesso mese viene stampato nella Tipografia NOVA RES srl di Roma, la positio super miro, che viene inviata al consultori teologi, i quali si riuniscono nel congresso il giorno 26 ottobre 2017, che <