Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria

Omelia del cardinale Sepe

SOLENNITA’ ASSUNZIONE DELLA B.V.M.Agosto 2017 Cari sacerdoti, Cari fratelli e sorelle, “ Grandi cose di Te si cantano, o Maria; oggi sei stata assunta sopra i cori degli angeli e trionfi con Cristo in eterno” (Antif. Ingresso). Con questa celebrazione eucaristica ci introduciamo nella grande solennità di Maria SS.ma Asssunta in cielo, in anima e corpo,. Ella è colei che ha ascoltato la parola di Dio e l’ha messa in pratica vivendo sempre e solo per il suo Figlio, adempiendo così alla sua missione e vocazione di Madre di Dio e degli uomini. Maria SS.ma, assunta, vive ormai eternamente nella dimora della luce e della pace, perché la sua vita è stata luce e pace con il suo Figlio Gesù. Noi, ancora pellegrini sulla terra, siamo chiamati a guardare a Maria, alzando gli occhi oltre la terra, al cielo. Cosa significa, infatti, che Maria è stata assunta in cielo in anima e corpo? Significa che anche l’intera vita umana che Maria ha vissuto sulla terra accanto a suo figlio si trova tutta nella gloria: il suo corpo di donna fa parte della gloria del cielo. Nel corpo di Maria sono condensate le sue gioie, i suoi dolori, le sue emozioni, come il freddo della notte di Betlemme, l’amarezza e l’umiliazione di non essere stata accolta dai suoi abitanti, ma anche la gioia nel prendere tra le braccia il frutto del suo grembo. Nel corpo di Maria è certamente rimasta impressa la trepidazione per la fuga in Egitto, per lo smarrimento a Gerusalemme, per il suo abbandono della casa di Nazareth per iniziare la sua missione per le strade della Palestina. Ma, soprattutto, è rimasto scolpito nel cuore e nel corpo di Maria il dolore straziante del Calvario, il contatto gelido col corpo del Figlio morto, adagiato sul suo grembo; ma, poi, lo stupore dei suoi occhi nel vederlo risorto e vivo. Tutto questo di Maria rimane in cielo, con Lei. Quanto avvenuto in Maria avverrà anche per noi. A quale condizione? Se anche noi, in questa nostra vita terrena, sapremo amare, come Lei, Dio e il prossimo con tutte le nostre forze. Ecco, dunque, che cosa rimarrà della nostra vita, oltre la morte: tutto ciò che avremo saputo vivere come segno dell’amore di Dio per noi e, anche per nostro tramite, per ogni persona. Questo soltanto conta: l’amore. Questo, dice Gesù, è il mio comandamento: amatevi e sarete miei discepoli. E allora, mettiamo al bando egoismi, presunzioni, manie di grandezza, cattiverie, volontà di dominare gli altri. Abbandoniamo le vie dell’ingiustizia e dell’illegalità che portano alla morte morale per noi e per gli altri e impariamo a vivere la carità soprattutto per i più poveri, offrendo loro giustizia e rispetto, dignità e accompagnamento, manifestando concretamente la nostra fraternità col dar da bere a chi ha sete, col dare da mangiare a chi ha fame, col vestire chi è nudo di dignità, con l’accogliere e dare ospitalità a chi ha perso tutto, anche se stesso, vagabondando per le nostre città senza sapere dove andare: sono persone che vivono, spesso, anche accanto alle nostre porte, negli ospedali, nelle carceri. Chiediamo a Maria Assunta di aiutarci a essere sempre aperti a Dio e attenti agli altri. E’ il modo più bello di vivere qui sulla terra, guadagnando anche di entrare, domani, in quella gloria dove vive e regna per sempre il nostro Dio, la SS.ma Trinità. Auguri a tutti di una Santa Festa Dio Vi benedica E “A Maronna Assunta V’accumpagna!

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