«Chiedo scusa al grande Eduardo, ma per questa città e per tutto il Sud non è più tempo di ha da passà a nuttata. Bisogna definitivamente voltare pagina rispetto a una mentalità da Cassa per il Mezzogiorno».
In unampia intervista alledizione domenicale (17 aprile) di «Avvenire»,il cardinale Crescenzio Sepe cita la celebre battuta di «Napoli milionaria» per esprimere il suo pensiero rispetto al presente e al futuro del capoluogo partenopeo e di tutto il Meridione. Nel bene e (purtroppo) soprattutto nel male la metropoli continua a fare notizia. La camorra, gli omicidi, lannoso problema dei rifiuti, le proteste e gli scontri per il recupero di Bagnoli, persino le primarie del Pd diventano un problema.
Ma dallo studio al primo piano dellantico palazzo di Largo Donnaregina non si vedono solo le cattive notizie. Sepe apre un cassetto, ne estrae un astuccio rosso e tira fuori un Rosario. «Lo vede questo? Lo hanno fatto i detenuti in affido presso il Centro diocesano di Pastorale carceraria. Sarà solo un piccolo segno, ma è anche nei piccoli segni che io vedo la speranza. Cè gente che non si rassegna al male e vuole ricominciare. Noi dobbiamo aiutarli.
Da un lato dobbiamo gridare con forza, come ha fatto il Papa lo scorso anno proprio qui a Napoli, che “la corruzione spuzza” e che la malavita organizzata è morte. Ma dobbiamo anche e soprattutto creare gli strumenti per la rinascita. E allora dico al presidente del Consiglio: perché non ci mettiamo intorno a un tavolo e facciamo davvero tutti insieme un piano per il Mezzogiorno? Io sono convinto che il nostro vero petrolio è la grande cultura, le bellezze naturali, la rete di relazioni positive di cui siamo depositari da sempre. Napoli e tutto il Sud saranno davvero milionari se sapranno valorizzare queste ricchezze».
Da un lato dobbiamo gridare con forza, come ha fatto il Papa lo scorso anno proprio qui a Napoli, che “la corruzione spuzza” e che la malavita organizzata è morte. Ma dobbiamo anche e soprattutto creare gli strumenti per la rinascita. E allora dico al presidente del Consiglio: perché non ci mettiamo intorno a un tavolo e facciamo davvero tutti insieme un piano per il Mezzogiorno? Io sono convinto che il nostro vero petrolio è la grande cultura, le bellezze naturali, la rete di relazioni positive di cui siamo depositari da sempre. Napoli e tutto il Sud saranno davvero milionari se sapranno valorizzare queste ricchezze».