Terzo Dialogo con la Città

10 dicembre
Istituto CasanovaFAMIGLIA: LABORATORIO DI CONDIVISIONE
DELLE RESPONSABILITÀ Carissimi amici, genitori ed educatori,
vi rivolgo il mio saluto di pastore della Chiesa di Napoli, in questo giorno della memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Loreto, particolarmente venerata nell’omonimo Santuario legato alla tradizione della Santa Casa abitata dalla Madonna e dalla sua famiglia.1. Colgo l’occasione di questo richiamo alla Santa Casa di Loreto per proporvi una riflessione conclusiva sulla famiglia. La Chiesa ha intensificato i suoi interventi su tale importantissima cellula umana, che affonda le sue radici nella volontà stessa del Creatore, il quale ha voluto che ogni essere umano nascesse e crescesse al suo interno. Perfino nostro Signore Gesù Cristo è nato in una famiglia, come contempliamo nel mistero del Natale ormai imminente. Il Concilio Vaticano II, nella costituzione Gaudium et spes, al numero 48, ci ricorda una verità che non sempre viene spiegata in maniera sufficiente: la famiglia prende avvio dal fatto che due persone, un uomo e una donna, liberamente stabiliscono un’alleanza tra di loro, finalizzata alla santificazione di entrambi e dei figli che Dio vorrà loro donare.


2. Quando si pronuncia la parola “alleanza” si evoca quella stupenda categoria della Bibbia su cui si basa la storia della salvezza. Cominciando dalla creazione, passando per Noè, Abramo, Mosè, Davide e i profeti, l’alleanza tra Dio e gli uomini giunge al suo culmine in Cristo, che «ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata», come si legge nel capitolo 5 della Lettera agli Efesini.
Quest’amore totale e profondo di Cristo per la Chiesa, ossia noi, è il modello al quale deve ispirarsi l’amore che un marito deve nutrire per la sua sposa. È un ideale altissimo e impegnativo! Non nascondiamo, certo, che fa tremare i polsi a chiunque comprenda bene che cosa richiede il Signore… Anche alla moglie è richiesto un amore di tale portata, proprio perché l’amore è quel “bene” diffusivum sui, cioè “diffusivo di sé”, che diventa fecondo e fa nascere altri esseri umani grazie ai quali la società e la Chiesa si arricchiscono.
Ai figli l’apostolo Paolo, in Efesini 6, raccomanda di obbedire ai genitori, ricordando il quarto comandamento e il commento che ne davano i sapienti: «Onora tuo padre e tua madre! Questo è il primo comandamento che è accompagnato da una promessa: perché tu sia felice e goda di una lunga vita sulla terra». Viene aggiunta, però, anche una raccomandazione pedagogica: «E voi, padri, non esasperate i vostri figli, ma fateli crescere nella disciplina e negli insegnamenti del Signore». Nel dialogo e nella condivisione dell’esperienza della vita e della fede può crescere il senso di responsabilità in tutti, affinché la famiglia si qualifichi come “scuola” che prepara i figli a vivere nella società da cittadini e responsabili. Come amava ripetere Don Bosco: «Buoni cristiani e onesti cittadini»!3. Guardo con fiducia, perciò, a un futuro in cui la famiglia riesca a trasmettere i valori positivi e costruttivi. Non posso, tuttavia, fare a meno d’invitarvi a pregare, in concomitanza con il Natale, per le tante famiglie in difficoltà: mi riferisco a chi vive il dramma della mancanza di lavoro, a chi ha perduto un coniuge o un genitore, a chi subisce la tragedia della separazione e del divorzio…
Non è facile porgere gli auguri a questi fratelli, ma non possiamo far mancare loro la nostra solidarietà, consapevoli della responsabilità che abbiamo verso tutte le donne e gli uomini. Per cui: Santo Natale a voi, alle vostre famiglie e a tutti quelli a cui aprirete le porte dei vostri cuori e delle vostre case!

 

 
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