“Vestire gli ignudi”: solenne inizio dell’anno pastorale

Solenne Concelebrazione Eucaristica, presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe, alle ore 19.00 di ieri, nella Chiesa Cattedrale, per l’inizio dell’anno pastorale che è Incentrato sulla terza opera di misericordia corporale “Vestire gli Ignudi”, tema della Lettera Pastorale scritta dall’Arcivesvovo, consegnata ai presbiteri nel corso della celebrazione. Presenti i Vescovi ausiliari, mons. Lucio Lemmo, mons. Gennaro Acampa, mons. Salvatore Angerami, i vicari episcopali, i decani, i parroci, i presbiteri, religiosi e religiose, diaconi permanenti, circa mille fedeli. Un estratto delle parole del Cardinale: “quante nudità materiali e morali! Strade piene di clochards, di poveracci, che combattono, anche contro le intemperie, la battaglia della sopravvivenza.Nelle carceri detenuti che sembrano aver perduto la loro dimensione umana perché forse dimenticati da tutti e abbandonati dalla famiglia, rimasti talvolta anche senza vestiti. Tanti emigrati girano per la città, cheappaiono smarriti, disorientati, provati dalla miseria e  soffrono il freddo della indifferenza, della non accoglienza e della mancata integrazione. Sotto i ponti della disperazione o fermi nelle stazioni e senza mete, uomini e  donne denudati e affamati” ci chiedono il mantello della carità e un segno di riconoscimento della loro dignità di figli di Dio. Sono tutti nostri fratelli e sorelle.Ma le nudità che più risultano nocive e dannose per l’intero corpo sociale sono quelle morali. E’ la nudità causata dalla mancanza di valori dei senza regole, dei senza scrupoli, dei senza legge, dei senza presente e dei senza futuro. E’ la nudità che porta alla disperazione, che annulla ogni speranza di cambiamento, che spinge alla sopraffazione e alla violenza.Proprio sul fronte della nuditàche è offesa alla  dignità della persona, il campo si allarga e comprende il vasto mondo delle emarginazioni sociali che, come marchi infamanti, strappano il vestito della dignità soprattutto ai nostri giovani. Mi riferisco, in particolare, a quanti si dedicano al mercato della droga, una piaga devastante che, nell’assoluta illegalità, ha creato come un “sistema” che gronda sangue, distruggendo intere famiglie ecolpendo soprattutto le giovani generazioni.  È un “sistema” scellerato, perverso e mortale messo in piedi dalle organizzazioni malavitose e dalla  camorra, che violenta, distrugge, saccheggia,aggredisce la vita civile.             E quanta nudità  nella  dignità della persona si scopre, per esempio, nelle varie forme del cosiddetto gioco d’azzardo; nella umiliazione e nellosfruttamento delle donne a causa della pornografia e della prostituzione; nella mancanza di lavoro o nel lavoro nero, che affama i poveri e arricchisce i ricchi. C’é, infine, il mondo degli indifesi, cioè di quelli che sono nudi perché privatidi certezze e sicurezze. Quanti bambini abbandonati a se stessi, senza protezione, educazione, quasi figli di nessuno, preda della violenza e della prepotenza degli adulti! Bambini nudi perché nessuno offre loro il mantello della carità. Chi coprirà queste nudità? Il Signore manda noi. Il campo è vastissimo! Cari sacerdoti, ecco il mandato che, a nome di Cristo e della Chiesa, vi consegno per questo nuovo anno pastorale: andate per tutte le strade della nostra Diocesi e portate il mantello della carità a tutti coloro che sono stati denudati della loro dignità”.

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