Via Crucis – Venerdì Santo

Card. Crescenzio Sepe

Cari fratelli e sorelle,
    Abbiamo terminato il rito della Via Crucis, che si è svolto significativamente in questo difficile quartiere delle “Salicelle” da molti considerato tra quelli più a rischio della periferia di Napoli, quasi un deserto umano e spirituale dove regna solo povertà e violenza.
    Abbiamo accompagnato Cristo condannato innocentemente a morte per gridare la nostra fede in Colui che è morto per tutti, anche per noi abitanti di questo quartiere, e testimoniare che crediamo nel suo amore che, con la passione e morte, ci ha redenti e ci ha aperto le porte della vita e della speranza.
     Ogni stazione di questa Via della Croce è stata come una porta aperta verso il cielo; ogni strada o vicolo che abbiamo attraversato è stato un seme di speranza posto in questa terra dura, ma generosa perché ricca di profondi sentimenti di umanità, desiderosa di riscatto sociale e caratterizzata da profonda e sincera fede.
    Come ai tanti che hanno seguito Gesù nel suo cammino doloroso verso il patibolo della croce, ci siamo immersi nel dramma doloroso del Figlio di Dio e abbiamo capito che sul legno di quella croce c’è anche la nostra croce; la croce e il dolore di tanti genitori che si trovano a portare un peso insopportabile perché non riescono a dare ai loro figli quella educazione e quel minimo di sicurezza economica perché crescano con dignità  e responsabilità; nella croce di Cristo c’è anche la croce di tanti disoccupati che non trovano chi li aiuti a costruire la propria esistenza sulle basi della giustizia e della solidarietà.
    Abbiamo seguito Cristo che porta la croce perché in questa croce è riflessa la croce di tanti giovani che spesso sono vittime della violenza camorristica, della droga che umilia e uccide, della falsità di tante promesse fatte e non mantenute. Li vediamo, questi nostri giovani, cadere una, due, tre volte senza avere la forza di rialzarsi e camminare con orgoglio per le strade delle nostre città.
    Nella croce di Cristo c’è come una montagna di croci dei tanti che soffrono negli ospedali, nelle carceri, nelle case dove vivono anziani soli e senza assistenza, nelle strade dove una folla di bambini e adolescenti si sentono abbandonati a se stessi e in preda a chi li strumentalizza per i loro loschi affari.
    Nella croce di Cristo e nel suo volto tumefatto e sporco di sangue, ci sono i volti sporchi e irriconoscibili di tanti senza cibo e senza tetto, come anche di tanti emigranti che non trovano un cuore caldo e una mano caritatevole che li aiuti a riconquistare un volto normale e pulito.
    Gesù ha portato sulle sue spalle la croce  e si è fatto crocifiggere per asciugare le lacrime e i sudori di chi si trova nella solitudine,  nell’abbandono e nella indifferenza di tanti che egoisticamente vivono solo per se stessi e per i loro personali interessi, senza aprirsi agli altri, ai poveri, a chi silenziosamente chiede aiuto e solidarietà.
    Non c’è lacrima, non c’è dolore, non c’è sofferenza o anelito di riscatto degli uomini di tutti i tempi e di ogni luogo che Cristo non ha fatto suoi e che non abbia riscattato e redento col suo sangue e con la sua morte. Egli è il grande samaritano, è il Dio umile che si mette il grembiule e sparge l’olio della speranza sulle ferite degli uomini e delle donne del nostro mondo. Ma soprattutto il Figlio di Dio ci ha offerto la chiave per aprire le porte della speranza di una vita nuova e consona alla dignità di figli di Dio.
È la risurrezione la meta del nostro pellegrinaggio sulla terra; è la sostanza della nostra fede: Cristo è risorto e anche noi, come Cristo, risorgeremo non solo domani quando, come il buon ladrone, godremo della vita eterna; ma anche oggi, mentre camminiamo in questo mondo, potremo godere della presenza e dell’amore di Gesù: io sono con voi, con le vostre ansie, con le vostre gioie. Io sono il vostro compagno di cammino, vi manderò lo Spirito Santo perché rafforzi la vostra speranza e riempia il vostro cuore d’amore e di pace.
    Maria SS.ma, che ha accompagnato il suo Figlio lungo tutto il percorso della Via Crucis, e ha partecipato alla sua passione fino al suo ultimo respiro, ci insegni a seguire il Signore e a imitare il suo esempio. A lei, la Madre dolorosa, chiediamo di proteggerci sempre: “Ecco tuo Figlio”.
        Dio vi benedica e
        ‘a Maronna v’accumpagna!

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