Vigilia Assunzione di Maria

Cari sacerdoti,Fratelli e sorelle,           Anche quest’anno, ci siamo riuniti attorno alla Mensa del Signore, come famiglia del Dio Vivente, per cantare, col   Magnificat di Maria, un canto di lode per le grandi opere che il Signore ha compiuto in Lei, la Madre di Dio, Assunta in cielo in anima e corpo.Il nostro è un canto di fede che, come figli, significativamente eleviamo in questa Cattedrale, a Lei dedicata. La Chiesa universale, e la Chiesa che è in Napoli, si uniscono alla gioia della Gerusalemme celeste dove abita la donna vestita di sole e dove anche noi speriamo di abitare se , come Maria, sapremo camminare nelle strade della nostra vita senza farci deviare dalla meta, che è l’incontro con Cristo risorto.Maria è figura della Chiesa, la quale si scopre di cantare il Magnificat. Così, la Chiesa di Napoli, nel suo cammino di una rinnovata e matura fede, canta il Magnificat che è il canto dei poveri e degli umili. Perché canto dei poveri, il Magnificat può essere cantato solo da una Chiesa povera , una Chiesa cioè, che sa porsi davanti a Dio ed agli uomini con amore e donazione gratuita, senza rivendicazioni, senza ipocrisia , senza secondi fini, sapendo di non aver nulla da pretendere e tutto da dare gratuitamente. Mentre canta e cammina, la Chiesa di Napoli ha davanti agli occhi la condizione drammatica dei suoi figli che soffrono per ferite non ancora guarite e che richiedono la presenza attiva e responsabile di quanti, nella società civile e religiosa , sono deputati a mettere in atto tutte quelle provvidenze che sono necessarie affinché la comunità tutta possa sollevarsi dal degrado morale e civile in cui è piombata.Solo nella riscoperta della propria dignità la comunità può cantare il suo Magnificat. Questo è il canto che la Chiesa di Napoli canta perché il Magnificat è il canto della Chiesa una, il canto dell’unità perché Maria è luogo nel quale si realizza l’unità , luogo in cui tutte le promesse di Dio vengono portate a compimento con la nascita del Messia. Gesù infatti è Colui che abbatte ogni mezzo di separazione e distrugge l’inimicizia. Il canto di Maria , perciò, è un canto che tutti devono cantare ; è il canto dell’umanità.Cantiamo e camminiamo: Maria si reca dalla Galilea alla Giudea, due regni divisi tra loro, ma che vivono nella speranza dell’unità ritrovata con la venuta del Messia.Il cammino dell’unità si compie nella carità, come ci ha insegnato Maria.          La nostra Chiesa di Napoli vuol compiere questo cammino, incarnando nelle opere di misericordia e nel dialogo con tutti, anche con i lontani e coloro che cercano Dio, la sua missione evangelizzatrice. Tutti sono invitati al banchetto del Regno; tutti possono partecipare al canto di lode espresso da Maria nel Magnificat. Maria , umile serva, si è messa al servizio di Dio e con il suo “ Sì ” si è assunta la responsabilità di dare il suo contributo al bene dell’umanità. Come Maria, i discepoli del Maestro, affrontano il viaggio della vita e della storia, consapevoli che il loro essere a servizio è la vocazione tipicamente cristiana , condividendo con tutti il cammino della storia : “ Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così” ( Lc 12,43).Celebrando l’Eucarestia, ricordiamo e narriamo la nostra fede ; impegniamoci a vivere il presente con responsabilità per contribuire al bene di tutti.Cari Sacerdoti, apriamo, ogni giorno di più, il nostro cuore, la nostra mente e le porte delle nostre Chiese ai drammi sconvolgenti della società del nostro tempo. Vere e dolorose tragedie stanno colpendo, in maniera diversa ma ugualmente inquietante, donne e giovani, testimoni e portatori di una grande fragilità umana che interpella le nostre coscienze e il nostro agire pastorale e missionario.Tantissime donne, quasi ogni giorno vengono private della loro vita per ragioni futili, per patologie passionali o per quell’errata concezione che trasforma l’amore in possesso materiale.Su altro versante, troppi giovani, e spesso minori, abbandonati a se stessi e ai loro falsi modelli, sprecano e tradiscono la loro verde età e i loro sogni per farsi protagonisti di forza e destrezza in danno di malcapitati coetan ei o inermi anziani, macchiandosi di gravi reati quali rapine, furti, scippi e truffe.Quanta violenza! Una violenza grave, assurda, da condannare con fermezza e rigore. Una violenza che è espressione della mancanza di “senso del limite”, come ha osservato l’illustre professore Masullo, e, quindi, di senso della responsabilità, che è conseguenza di una preoccupante perdita di valori e di un forte deficit educativo e formativo.A fronte di questa angosciante realtà l’azione pastorale deve farsi sempre più attenta e aperta all’ascolto, alla vicinanza e all’accompagnamento innanzitutto delle famiglie, particolarmente vulnerabili e precarie per varie ragioni, privilegiando in maniera particolare le sue componenti più fragili, che sono appunto le donne e i giovani. E’ una grande sfida che dobbiamo assolutamente vincere per realizzare una società pienamente rispettosa della centralità e della dignità della persona umana.Affidiamoci alla sapienza e alla intercessione di Maria, la nostra Mamma celeste, mettendo sotto la sua protezione il nostro impegno umano e pastorale e i nostri fratelli, a partire dai giovani e dalle donne. Pregustiamo il nostro futuro cantando , con Maria, il canto che la Chiesa di Dio canta : la bontà misericordiosa del nostro Dio. Dio vi benedica e                     “A Maronna v’accumpagna”

 
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