Vinciamo l’indifferenza, conquistiamo la pace

Il 1° gennaio si è rinnovato l’appuntamento della Marcia organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio e da tante associazioni laicali della nostra diocesi. Il Cardinale Sepe si è unito ai partecipanti e ha celebrato la santa messa in cattedrale. Di seguito il testo della sua omelia.

 Cari fratelli e sorelle,
la Chiesa celebra oggi la solennità di Maria SS.ma Madre di Dio, ma anche l’ottava di Natale, in cui si fa memoria della circoncisione di Gesù con l’imposizione del nome e, infine, la Giornata Mondiale della Pace, posta all’inizio dell’anno solare.
         Con la proclamazione di Maria Madre di Dio – Theotokos –  la Chiesa non ha inteso soltanto riconoscere nella Vergine un singolare privilegio, ma anche insegnarci alcune verità della nostra fede.
         La prima è che Gesù Gesù non ha soltanto un Padre, ma anche  una Madre; pertanto, la funzione di Maria è quella di mostrare il volto materno e misericordioso dell’amore di Dio; inoltre, come ha fatto con Maria, Egli vuole essere posto nelle nostre mani, essere curato e allevato da noi, continuare a incontrarsi nella vita e nella storia di ciascuno di noi.
         Da quando, nel Concilio di Nicea del 431, la Chiesa ha attribuito a Maria il titolo di Theotokos, ha sempre anche distinto tra la generazione eterna del Figlio, Verbo consustanziale al Padre, e la sua nascita nel tempo, secondo la carne, dalla Vergine Madre, Maria di Nazareth, la quale ha realmente concepito e generato lo stesso Verbo di Dio. Perciò Maria, quando avvolge in fasce il suo Bambino, e gli presta tutte le cure che una madre può dare al suo figlio, ci mostra che è volontà di Dio il volersi abbandonare alle mani degli uomini.
         Ma se Dio mostra chiaramente questa sua precisa determinazione, è perché egli è consapevole che il solo modo per far cadere dalle nostre mani gli strumenti di morte e di violenza è quello che esse possano aprirsi alla stretta di mano, all’accoglienza, al rispetto e al dialogo con gli altri, alla solidarietà con tutti.
         Cari Amici, è questo il senso profondo per cui la Chiesa ha indetto la Giornata Mondiale della Pace nella solennità di Maria. Accogliendo Cristo, Principe della Pace, nelle nostre mani, noi le dobbiamo usare per essere operai, costruttori di Pace.
         Interpellati per dare il nostro contributo nella costruzione della casa comune della pace, ci siamo messi in cammino, attraversando alcune piazze e strade della nostra città per scuotere la coscienza di tutti gli uomini e le donne di buona volontà perché nessuno si senta estraneo o indifferente a questo dovere che è di tutti, a prescindere dalla diversità di fede e di cultura.
         Abbiamo attraversato la Porta Santa di questa Cattedrale per entrare nello spirito della misericordia che è la via maestra della pace.
         È l’invito che ci viene da papa Francesco il quale, nel Messaggio inviato in occasione di questa Giornata, ci esorta “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”. “Dio – egli scrive – non è indifferente! A Dio importa dell’umanità. Dio non l’abbandona!”. La pace è dono di Dio, ma affidato a tutti gli uomini e a tutte le donne, che sono chiamati a realizzarlo.
         Purtroppo, da tempo assistiamo, quasi giornalmente, ad azioni di guerra e di terrorismo, a sequestri di persone, a persecuzioni per motivi etnici  o di religione, a violenze e prevaricazioni, come succede anche nelle nostre città. Ma noi poniamo la speranza nella volontà e nella capacità di tanti che, come voi, non si arrendono alla “globalizzazione dell’indifferenza”, ma si impegnano con generosità a creare un’altra globalizzazione, quella della solidarietà e della misericordia.
         Cari Amici, vi ringrazio per il vostro impegno nell’organizzare e nel realizzare questa significativa e lodevole iniziativa della marcia della pace. In modo particolare, mi congratulo con voi, amici della Comunità di Sant’Egidio che, da anni e in tante parti del mondo, ve ne fate promotori; come pure ringrazio le tante associazioni e movimenti che vi partecipano. Saluto anche i fratelli profughi provenienti da Paesi in conflitto, e che, per questa circostanza, hanno reso commoventi testimonianze. La vostra esemplare presenza significa che siete coscienti e responsabili nel creare situazioni di pace e di fraternità tra tutti gli uomini, riconoscendo che tutti siamo membri dell’unica, grande famiglia umana.
         Dio non è indifferente all’uomo. Noi non vogliamo essere indifferenti a Dio e agli altri qualunque sia la loro identità.
         Auguri di un sereno Anno Nuovo.
         Il Dio della Pace e della Misericordia vi protegga e vi custodisca in tutti i giorni del nuovo anno
e ‘A Maronna v’accumpagna!
 

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