“Mia cara Angela,
è trascorso qualche giorno dal nostro ultimo incontro e porto dentro di me quel tuo sguardo così profondo, quei tuoi occhi che sembrano racchiudere le profondità del mare e che in questo tempo si ritrovano in balìa delle onde in cerca di un appiglio per tornare a riva, al sicuro sulla terraferma.
Ti penso. Penso a quanto ci siamo detti e, soprattutto, al silenzio delle lacrime che scorrevano lungo il tuo viso che si contrapponeva al coraggio di quel tuo sorriso che sembrava dire che ce l’avresti fatta anche questa volta, che questa notte così buia, questo mare così burrascoso, non ti avrebbe impedito di continuare a sognare, di scorgere quella stella luminosa che continua a custodire la tua vita indicandole nuove rotte da seguire. L’ignoto fa sempre un po’ paura, come fa paura il pensiero di dover fare un passo indietro: nella vita, in una relazione, nel passato che abbiamo chiuso e proviamo a dimenticare.
Ma tu non avere paura. Non avere paura di quel passo indietro, Angela. Fermati. Punta il naso verso la tua stella e non avere paura. Prova a metterti in ascolto della tua vita, ad andare aldilà del dolore misto alla rabbia che senti in questo momento. Scendi fin dentro al tuo cuore. Impara a scorgere quegli orizzonti infiniti nascosti dietro i limiti apparenti che ci risaltano agli occhi impedendoci di vedere oltre.
Vai oltre; vai oltre, Angela. Mettiti in ascolto della tua vita. Sii presente al tuo presente, qui e ora. E non sentirti sola, afferra la mano di chi è accanto e lascia che cammini con te, che provi ad uscire dalla tempesta insieme a te. E, nella mano di chi ti è accanto, impara a sentire la mano di Dio, impara a vedere Dio che si fa prossimo alla tua vita. Tante volte mi hai confidato che non riesci a vederlo, che non lo senti. Ma questo, Angela, è il tempo dell’attesa, il Tempo di Avvento, nel quale ci è chiesto di saperci fermare, anzi, di fare un passo indietro nelle nostre convinzioni, nelle nostre sicurezze, nei nostri punti di approdo, per fare spazio a Gesù che viene, per lasciare che sia lui a dare senso al nostro vuoto, luce al nostro buio, sicurezza al nostro viaggio. Gesù viene. E non verrà sulle nubi ma nei piccoli gesti puri dei cuori assetati di pace e verità. Non su un trono, ma nella delicatezza improvvisa di chi ti è vicino, nella gentilezza immeritata di un fratello o di uno sconosciuto. È sempre Dio che ti viene incontro, si carica della distanza, si fa carico di tutti i passi. Ricuce i lembi della lontananza. Dio di tenerezza infinita.
Fai un passo indietro e sii attenta. Sai bene cosa comporta una vita distratta: fare una cosa e pensare ad altro, incontrare qualcuno ma stare con la testa altrove, salutare chi incontri e non ricordare il colore dei suoi occhi, vederlo ma non guardarlo realmente. Gesti senz’anima, parole senza cuore. Il rischio è proprio quello di non accorgersi di ciò che sta accadendo, di non cogliere il significato del tempo presente. Sii attenta alle persone, alle loro parole, ai loro sguardi, ai loro silenzi, alle domande mute e alla ricchezza dei loro doni. Prova a pensare a quanta ricchezza di doni sprecata attorno a noi che, purtroppo, distratti, non sappiamo più cogliere. Prigionieri delle abitudini. Per questo, Angela, ti chiedo di essere attenta alla bellezza di questo mondo, ma anche alle sue lacrime; al dolore che senti nel cuore ma anche a tutta la vita che ti esplode dentro. Attenta alle piccole cose di ogni giorno, a ciò che accade nella profondità del tuo essere. Guarda avanti per scrutare la notte e spiare le luci dell’alba. La speranza rinasce dall’incrociarsi del cammino di Dio con quello tuo. La speranza nasce dall’incrociarsi dell’argilla con le mani di Dio. È questo il tempo. Lasciati plasmare. Cogli l’attimo. Non lasciarlo passare, senza avergli prima prestato attenzione, senza averlo accolto, amato, abitato.
Prova a fare un passo indietro, Angela. È quello che chiedo a te ma che chiedo anche a me e a tutta la nostra Chiesa prendendo in prestito le parole di un vescovo santo.
“Ogni tanto ci aiuta il fare un passo indietro e vedere da lontano. Il Regno non è solo oltre i nostri sforzi, è anche oltre le nostre visioni. Nella nostra vita riusciamo a compiere solo una piccola parte di quella meravigliosa impresa che è l’opera di Dio. Niente di ciò che noi facciamo è completo. Che è come dire che il Regno sta più in là di noi stessi. Nessuna affermazione dice tutto quello che si può dire. Nessuna preghiera esprime completamente la fede. Nessun credo porta la perfezione. Nessuna visita pastorale porta con sé tutte le soluzioni. Nessun programma compie in pieno la missione della Chiesa. Nessuna meta né obiettivo raggiunge la completezza. Di questo si tratta: Noi piantiamo semi che un giorno nasceranno. Noi innaffiamo semi già piantati, sapendo che altri li custodiranno. Mettiamo le basi di qualcosa che si svilupperà. Mettiamo il lievito che moltiplicherà le nostre capacità. Non possiamo fare tutto, però dà un senso di liberazione l’iniziarlo. Ci dà la forza di fare qualcosa e di farlo bene. Può rimanere incompleto, però è un inizio, il passo di un cammino. Una opportunità perché la grazia di Dio entri e faccia il resto. Può darsi che mai vedremo il suo compimento, ma questa è la differenza tra il capomastro e il manovale. Siamo manovali, non capomastri, servitori, non messia. Noi siamo profeti di un futuro che non ci appartiene.” (Oscar A. Romero, Profeti di un futuro non nostro)
Che il nuovo Anno Liturgico sia davvero un nuovo inizio. Allora, non avere paura di fare un passo indietro. Fai un passo indietro e stai in piedi, per incarnare la tenerezza di quel Dio che riscalda il cuore e porta luce. Come fai senza saperlo quando ti incanti nel fotografare un tramonto, quando ascolti la tua canzone preferita, quando ti perdi nello sguardo di chi ami. Nella tenerezza e nella luminosità di quello sguardo sento tutto il calore e la luce che Dio dona alla tua vita. La tua unica arma sia la luminosità del tuo sguardo.
È tempo di provare ad aprire gli occhi ed il cuore per accorgerci della luce dentro e fuori di noi. È tempo di essere attenti, di rendere profondo ogni momento e accorgersi di quanta luce c’è, di quanto Dio vive in ognuno.
Lo scrivevo qualche tempo fa ma sento che quelle parole sono vere anche oggi, anche qui…
Vivere l’Avvento, prepararsi al Natale è riscoprirsi persona di frontiera, persona attraversata, abitata, sollevata, terra di approdo e molo di partenza e ali che sollevano, e compassione e tenerezza cha sanno prendersi cura, e parola che viene da altrove. Prendersi cura della vita, per guarire la vita. Custodire la vita con la nostra vita; custodire l’amore con il nostro amore. Ognuno di noi vorrebbe custodire l’amore, proteggerlo dalle sofferenze e dalle rughe che segnano ogni conflitto. Niccolò Fabi mi stana quando canta:
“Ah si vivesse solo di inizi
di eccitazioni da prima volta
quando tutto ti sorprende
e nulla ti appartiene ancora.”
Gesù ci suggerisce che la vita non è fatta solo di inizi ma anche di piccole morti, giorno dopo giorno. Di crocifissioni che ogni volta generano il desiderio di nuovi inizi. Perché, continua Fabi:
“Nel mezzo c’è tutto il resto
e tutto il resto è giorno dopo giorno
e giorno dopo giorno
è silenziosamente costruire”…
Avvento: tempo di attesa, di passi indietro, di fondamenta gettate nel silenzioso costruire del presente. Angela, in questo nuovo inizio ti sia amica e madre Maria di Nazareth che di attesa e di passi indietro è maestra esperta. La sua attenzione delicata e i desideri di bene e di amore che la abitavano hanno consentito quel “si” che dà senso ad ogni passo indietro, ad ogni gesto capace di custodire il vuoto del cuore, senza riempirlo totalmente del proprio io, lasciando in esso una porta aperta e uno spazio accogliente per Dio, per gli altri. Così il vuoto del suo grembo è diventato presenza, il suo passo indietro un passo avanti, i suoi sogni le fondamenta di cui Dio si è servito per realizzare il suo sogno, in Gesù.
Angela, che sia Maria a prenderti per mano, che ti conduca per i sentieri dell’attesa, quelli che conducono all’incontro con Dio, quelli che diramano ogni tenebra con l’alba luminosa di Cristo. Verso quest’alba, con la speranza nel cuore, riparti. E scoprirai che la luce che cercavi era già nel tuo cuore.
Buon Avvento!”