“CAMMINIAMO CON PASSO DECISO E CUORE ARDENTE”

Pellegrinaggio Giubilare delle Diocesi Campane sulle orme della Laudato si’

Fratelli e sorelle,

oggi siamo insieme, uniti da una stessa direzione e da una stessa fede. Siamo pellegrini, in cammino per celebrare il Giubileo della Speranza, che non è solo un appuntamento del calendario, ma un’occasione per tornare a sognare, per rialzare la testa, per rialzare il cuore. Per ridestare la speranza. E la speranza non è un sentimento facile. Non è ottimismo di maniera. È un atto di fede, un gesto di resistenza, un movimento dell’anima che ci spinge ad andare oltre le ferite, oltre la rassegnazione, oltre il buio. E il nostro cammino di oggi – passo dopo passo – è una dichiarazione pubblica: crediamo ancora nella luce, alla possibilità di una nuova luce per questa nostra terra ferita.

Una luce che si posa sul nostro territorio, su questa nostra amata Campania, che ha il volto delle nostre madri, la voce dei nostri padri, i sogni dei nostri figli. Camminiamo portando nel cuore la nostra terra e, in modo particolare, la Terra dei Fuochi, emblema di un dolore che grida e chiede giustizia. Ma accanto a essa, nel nostro cuore c’è anche ogni angolo ferito della nostra Campania Felix – quella terra un tempo detta “felice” per la sua straordinaria bellezza, per la sua ricchezza agricola, per la sua cultura e spiritualità. Oggi, quella felicità è offuscata da troppe ingiustizie, troppe violenze, troppi silenzi.

È una terra che continua a partorire bellezza, ma spesso deve farlo tra le doglie del degrado, dell’abbandono, della speculazione. Una terra dove ancora oggi si muore di tumore in silenzio, dove i bambini respirano veleni e le falde acquifere si ammalano come i corpi degli uomini. Una terra dove la criminalità si nutre dell’indifferenza, e dove troppi hanno dimenticato la grammatica della responsabilità.

Papa Francesco, nella sua enciclica Laudato si’, ci ha donato parole che suonano come campane di risveglio: “La terra, nostra casa comune, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia” (LS, 21).

Non possiamo più far finta di nulla. Non possiamo più permettere che la logica del profitto calpesti la dignità umana e la sacralità del creato. Francesco ci ha ricordato che tutto è connesso: “L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme” (LS, 48). E allora, se vogliamo che l’uomo torni a respirare, dobbiamo iniziare a guarire la terra. Se vogliamo che la giustizia torni a fiorire, dobbiamo ascoltare il grido della creazione.

Il Giubileo è un tempo di conversione, un tempo in cui ci è chiesto di cambiare mentalità, di invertire la rotta, di ricucire ciò che è stato strappato. E allora la nostra marcia non sia solo un gesto simbolico, ma un impegno reale. Portiamo con noi le lacrime delle madri che hanno seppellito figli troppo presto. Portiamo con noi la sete di giustizia dei giovani che non vogliono più emigrare. Portiamo con noi la forza silenziosa di chi ogni giorno si rimbocca le maniche per custodire il poco che resta e per seminare futuro.

Camminiamo come popolo, non come individui isolati. Come comunità, non come battitori liberi. E soprattutto camminiamo nella consapevolezza che Dio non abita solo nei templi, ma anche tra i cumuli di rifiuti, nei vicoli dimenticati, nelle piazze affollate, nelle campagne sfruttate. Dio ci precede proprio lì, dove l’uomo soffre e dove la terra geme.

Papa Francesco ci ha lasciato un’eredità viva, un testamento che non possiamo archiviare. Custodire la terra significa custodire l’uomo, e custodire l’uomo significa riscoprire la fraternità, l’interdipendenza, la cura reciproca. Come ci ricorda ancora la Laudato si’:

“Tutto è in relazione, e tutti noi esseri umani siamo uniti come fratelli e sorelle in un meraviglioso pellegrinaggio, legati dall’amore che Dio ha per ciascuna delle sue creature” (LS, 92).

Allora, fratelli e sorelle, questo pellegrinaggio che oggi si concluderà nella Casa di Maria e che ci ha visto camminare tra le strade della nostra amata terra, non dovrà finire mai. E proseguirà sempre nei giorni feriali e nelle scelte quotidiane: ogni volta che scegliamo la legalità invece della corruzione, la solidarietà invece dell’egoismo, la verità invece della menzogna. Proseguirà ogni volta che piantiamo un seme di giustizia, ogni volta che difendiamo la vita, ogni volta che ci prendiamo cura di ciò che ci è stato affidato.

Camminiamo con passo deciso e cuore ardente. Camminiamo insieme con Lei, donna della speranza, con il coraggio dei profeti, con la tenerezza dei poveri, con la visione dei santi della nostra terra. Facciamo della nostra fede una rivoluzione mite, una rivoluzione del bene, la rivoluzione del Magnificat di Maria, verso la cui casa oggi cammineremo. A lei affidiamo la nostra Chiesa campana, affidiamo le ansie e i desideri di giustizia della nostra terra, affidiamo i sogni di pace custoditi nel cuore!

31-05-2025
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