“Buongiorno e buona Pasqua a tutti voi!
È una gioia per me essere qui e celebrare questa solennità con voi, per cogliere sempre di più la forza e la bellezza della Pasqua.
Oggi abbiamo bisogno della Pasqua. Ne ha bisogno soprattutto la pace, perché la Pasqua è terra di pace. Ma non c’è una strada che porta alla pace. La pace è la strada. Per cui, se vuoi la pace, prepara la pace, non la guerra. E oggi più che mai, in questo giorno così solenne, non possiamo non gridare il nostro no e il nostro basta a ogni guerra e alle armi; e gridare il nostro basta anche a chi crede che il suo sangue, il suo colore, il suo dolore siano superiori a quello degli altri. Può sembrare un’utopia, ma è di utopia che noi oggi abbiamo bisogno perché l’assurdo non si impadronisca della nostra vita e della nostra storia; perché la violenza non ci sovrasti o ci abbruttisca. Credo che l’unica violenza che oggi ci sia consentita è quest’urlo che nasce dal di dentro. Questo lungo lacerante basta!
Fratelli e sorelle, vorrei aiutarvi a cogliere il senso di questa celebrazione, il bisogno di Pasqua nella nostra vita, partendo da un’immagine che mi ha profondamente colpito in questi giorni.
Racconto dell’incontro con Livia (una bambina di circa 5 anni,), la mattina del Venerdì Santo, davanti all’Altare della Reposizione in Cattedrale.
(…) Non so se stesse pregando, non so ciò che stava facendo ma il suo sguardo era rivolto verso quel Tabernacolo. Mi ha colpito molto questa immagine e in essa ho colto il senso della Pasqua, il senso di tutta la Settimana Santa e, quindi, anche il senso della vita. Per imparare a leggere la storia, per imparare a leggere la nostra vita, per imparare a cogliere il senso di quello che viviamo abbiamo bisogno di quegli occhi, gli occhi di quella bambina, che in qualche modo sono gli occhi della Pasqua. Per cui, nella morte vedi la vita, nella colpa vedi il perdono, nelle ferite vedi la luce. Questo, sorelle e fratelli, è il senso della Pasqua. Questo è quel desiderio di pace che tutti noi ci portiamo dentro, nel nostro cuore.
Il protagonista di questa Settimana, il protagonista di oggi, è l’amore. Perché noi a Pasqua celebriamo l’amore. Quell’amore che vince la morte, che è più forte della morte; quell’amore di cui tutti noi abbiamo bisogno perché senza non possiamo vivere. Quando non ci si sente amati si scappa sempre. E dinnanzi a chi sceglie di amare non c’è morte che tenga, non c’è tomba che chiuda, non c’è macigno che non rotoli via. Cristo è davvero risorto. E in lui la vita risorge. Questo vuol dire, sorelle e fratelli, che in ogni amarezza che noi viviamo c’è un germoglio di risurrezione inaspettato.
Se c’è una parola che oggi vorrei consegnare a me stesso e a tutti quanti voi, consegnare alla nostra Chiesa, a questa città, al mondo intero, questa parola è: coraggio. Coraggio. Non siamo abitati dalla morte, siamo abitati dalla speranza, perché Cristo è veramente risorto. Afferrate la speranza, difendete la speranza, custodite la speranza, ricucite la speranza e aiutate gli altri a ricucirla, a darle valore, a darle forza. Oggi rinasce la speranza.
Pasqua significa ricominciare, significa risorgere, perché la vita avanza di resurrezione in resurrezione. La resurrezione è un passo lento, dobbiamo fermarci non perché non sappiamo che cosa fare, ma per raccogliere i dettagli della vita. Pasqua viene a dirti che la tua vita è preziosa, viene a dirti che tu vali, Pasqua viene a dirti che tu sei amato e che puoi amare. Solo l’amore ti aiuta a risorgere da ogni morte. Ama, non avere paura di amare.
La Parola che ascolteremo in questi giorni di Pasqua, l’abbiamo ascoltato anche questa notte, l’ascolteremo ancora: l‘angelo che dice a chi si reca la tomba, non avere paura, non temere, Cristo è veramente risorto. Allora capite, fratelli e sorelle, non dobbiamo avere paura, non dobbiamo temere, perché Cristo non sta in un sepolcro, Cristo risorto sta dentro la Vita. Non puoi fuggire dalla vita, non puoi scappare dalle difficoltà, non puoi nasconderti dentro ai problemi, perché Cristo viene ad abitare proprio dentro alle tue paure e ti dona la forza, il coraggio di andare avanti, sempre. Lui ti precede sulle strade della vita.
Vivere la Pasqua è accarezzare la vita e scegliere di stare dalla parte della vita, amare la vita e vivere la vita senza darsi mai per vinti, senza arrendersi. Perché c’è sempre un passo in più, la speranza è quel passo in più. Una delle cose che amo ripetere in questo tempo è che davanti al Signore Risorto, fratelli e sorelle, non è lecito stare se non in piedi; in piedi, non in ginocchio, quasi schiacciati da quelle che sono le vicende tristi della vita, né tanto meno seduti, quasi rassegnati o indifferenti rispetto a quello che accade. La rassegnazione è morte, l’indifferenza è morte. Mai rassegnati. Mai indifferenti. In piedi. In piedi, con le mani elevate al cielo, mai in segno di resa, sempre in segno di resistenza. Ecco la Pasqua: il coraggio di stare in piedi e di scegliere di stare dalla parte della vita. Perché anche crocifissi in un letto, anche inchiodati su una carrozzina si può stare in piedi. In piedi, col coraggio di lottare sempre e senza stancarsi. E anche quando, per mille motivi, la vita ti mette in un angolo, da quell’angolo, non smettere mai di gridare la tua voglia di vivere. Dio è dentro a quel grido, è il senso della speranza.
Coraggio allora, fratelli e sorelle, coraggio, riafferriamo la speranza, la forza della speranza, lasciamoci guidare da questa speranza che sta diventando oggi più che mai indifesa, fragile. Molte volte prigioniera del nostro rammarico e forse anche delle nostre paure. Cristo ha vinto la morte e nel vincere la morte ha vinto ogni nostra paura. Non avere paura. E non avere paura di avere paura. Abbi coraggio. E abbi il coraggio di avere coraggio. Cristo è davvero risorto. Prendi in mano la vita, vivila, amala. Ama chi ti viene incontro. Ama le persone che ti stanno accanto. Ama il mondo. Ama la tua storia. Impara a essere responsabile nell’amore della storia che ti è affidata. Le strade della vita e dell’amore non sono quelle del disimpegno, sono le strade dell’impegno, della responsabilità. La responsabilità di essere liberi, la libertà di essere responsabili. Per amore. Solo per amore.
E allora vai e grida, porta tutti questo amore, dì che non è la morte che vince, ma è la vita che vince, è l’amore che vince. Va’ e dillo, dillo con la tua voce, dillo con i tuoi gesti, fa che siano gesti di cura, gesti di attenzione, gesti di pace, riempi la tua vita di parole di pace, di gesti di pace, di sogni di pace. Perché c’è un Dio che si fida di te e ti precede, non ti abbandona mai ed è forza dentro alla tua vita, speranza dentro alla tua speranza, passione dentro al tuo cuore, coraggio nelle tue lacrime, luce nel tuo cuore. Ecco la Pasqua. Si può ricominciare, possiamo risorgere. La vita avanza di resurrezione in resurrezione.
Non cercate mai Dio dentro a un sepolcro, quel sepolcro è vuoto; cercatelo nella vita. Cercalo nella tua vita, dentro al tuo cuore, nella luce dei tuoi occhi; cercalo nella vita di chi ti sta accanto, accarezza quella vita, prenditi cura di quella vita. E ti sentirai amato. E non c’è gioia più bella, più vera.
Buona Pasqua! Che sia davvero Pasqua di resurrezione. Che sia pace. Che sia luce. Che sia amore. Sempre e soltanto in piedi. Col coraggio di stare in piedi nel nome della speranza. Cristo è veramente risorto, Alleluia! Vi precede e vi è accanto. Vivete, amate e andate avanti sempre.
Amen.”