XIIma Giornata Mondiale del Malato


Educare alla salute,educare alla vita” è il tema della Giornata Mondiale del Malato 2009.
Vita e salute sono temi strettamente correlati tra loro dal punto di vista antropologico e teologico. In un contesto dove il male di vivere generato dai venti di una criticità economica, politica e sociale educare alla salute e alla vita significa esercitare la responsabilità verso il progetto che Dio ha inscritto in ciascun uomo nel rispetto della dignità della persona con le sue abilità e fragilità.
Una visione autentica dell’uomo oggi si scontra con modelli idolatrici indifferenti ai valori dello spirito. La salute invece di essere considerata come un processo dinamico o come equilibrio da ricercare per realizzare i propri rapporti e progetti vitali in modo adeguato, diventa un “essere in forma” in cui la qualità della vita è meramente funzionale. La tradizione cristiana , che non ha mai considerato la salute come massimo valore, ci dice invece che il bene-salute è penultimo rispetto al bene-vita, che pur essendo realtà sacra è un bene “finito”.
Educare alla salute e alla vita significa, allora, ricordare che la salute non è un assoluto ma essa può diventare “sacramentum” della salvezza quando viene ricercata e protetta nel rispetto della dignità umana.

Mercoledì 11 febbraio alle ore 18,30 nella Chiesa Cattedrale di Napoli,presieduta dal Card.Crescenzio Sepe , sarà celebrata la Santa Messa con la partecipazione di gruppi, associazioni,scuole infermieristiche,suore ed operatori sanitari.
Nell’occasione sarà amministrato agli ammalati presenti il Sacramento dell’Unzione degli Infermi.

Questo sacramento, sempre più svincolato nella cultura religiosa dal suo immediato legame con la morte,segnala l’agire del Cristo medico delle anime e dei corpi,nutrimento delle speranze di guarigione nell’orizzonte ultimo del Regno:”Né morte né vita,Né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio,che è in Cristo Gesù,nostro Signore”(Rom.8,38-39).Non si vive né per sta bene né per sta male,ma per riconoscere ed essere riconosciuti,cioè per amare ed essere amati.

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